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La ricetta Bondi per salvare la cultura:"Chiudere il ministeroe licenziare i sovrintendenti"

Nicoletta Orlandi Posti

Per salvare la cultura va smantellato il ministero dei Beni Culturali e licenziati i sovrintendenti. Fa impressione sentir dire queste cose da chi ha gestito il dicastero di via del Collegio Romano, eppure è così. Sandro Bondi, ex ministro della Cultura del governo Berlusconi in una intervista rilasciata a La Stampa sostiene che il patrimonio artistico italiano va "tolto dalle mani dei sovrintendenti e affidato a chi ha una vera competenza nella gestione manageriale". E ancora: "Non c'è altra soluzione che sopprimere il ministero e attribuire le competenze all'Interno per gli archivi, all'Ambiente per le sovrintendenze, alla presidenza del Consiglio per lo spettacolo". "Finchè musei e aree archeologiche saranno gestite dai sovrintendenti - aggiunge - niente cambierà e resteranno la Cenerentola nella valorizzazione del patrimonio". Questi però non devono andare 'tutti a casa' ma "si occupino della tutela dei beni in collaborazione con gli enti locali e non della loro gestione per la quale non sono né preparati né adatti. Al loro posto - afferma - servono manager competenti del settore e ne stiamo formando nelle università". Lo stato in cui siamo, per Bondi, "è anche conseguenza della politicizzazione di molti cosiddetti uomini di cultura, ideologizzati fino a forme di faziosità che sono l'antitesi della cultura stessa" e la politica è "succube". Bondi conclude con una amara riflessione: "Avrei dovuto dimettermi quando il dicastero subì i primi pesanti tagli lineari".