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Dossier illeciti: Tronchetti condannatoDovrà pagare 900 mila euro a Telecom

Marco Tronchetti Provera

La sentenza del Tribunale di Milano prevede anche la pena (sospesa) a un anno e 8 mesi per l'ex numero uno del gruppo di tlc

Nicoletta Orlandi Posti
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Un anno e otto mesi di carcere e 900 mila euro di risarcimento a Telecom. E' questa la sentenza del tribunale di Milano nel processo a carico di Marco Tronchetti Provera nell'ambito della vicenda Kroll collegata all'inchiesta sui "dossier illeciti" . Il giudice Anna Calabi ha ridotto la pena (con sospensione) chiesta dall'accusa per ricettazione, e ha stabilendo la provvisionale di 900mila euro a Telecom come risarcimento e 400mila euro a Carla Cico, ex numero uno di Brasil Telecom. Il procuratore aggiunto, Alfredo Robledo, aveva chiesto una condanna a due anni e al pagamento di una multa da cinquemila euro. Il processo, iniziato nel febbraio scorso dopo la citazione diretta da parte della Procura di Milano nei confronti di Tronchetti Provera, riguarda una serie di dati che sarebbero stati rubati nel 2004 dal computer di un agente dell'Agenzia investigativa Kroll dai 'pirati informatici' della Security di Telecom, all'epoca guidata da Giuliano Tavaroli. L'inchiesta - Cuore del processo, infatti, è un cd di dati raccolti dall'agenzia di investigazione Kroll e poi hackerati dalla Security di Telecom allora guidata da Giuliano Tavaroli. Per l'accusa, Tronchetti era consapevole della provenienza illecita di quei dati. Contro Tronchetti, secondo l'accusa, non ci sono solo le dichiarazioni di Tavaroli, secondo il quale, l'allora numero uno del gruppo di tlc diede l'ok all'invio dei file dal Brasile, ma anche una serie di "riscontri documentali e testimoniali", tra cui la versione dell'ex investigatore privato Fabio Ghioni. Secondo il pm, nel 2004 ci fu una riunione tra Tavaroli, Tronchetti Provera e gli avvocati Francesco Mucciarelli e Francesco Chiappetta, nella quale si fece il punto sul modo in cui erano stati acquisiti i dati. E' lo stesso manager, per il pm, ad ammettere con alcune dichiarazione le sue responsabilità. Tesi respinta dallo stesso numero uno di Pirelli, nelle dichiarazioni spontanee del 18 marzo scorso, e ribadita nella scorsa udienza dal legale Roberto Rampioni, che ha chiesto l'assoluzione perchè il fatto non sussiste. Nella sua arringa si è scagliato contro l'accusa che "al criterio di ragione sostituisce l'opinione personale, del tutto sganciata da risultanze processuali". Per la difesa Tavaroli "è un teste ambiguo, anche per la stessa accusa, tradotto: è poco attendibile o lo è a tratti". Oggi il verdetto: Tronchetti è colpevole.

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