Venti di guerra

Ferrara: contro i ministri-conigli a dieta per evitare la guerra

Lucia Esposito

Lo chiama "il digiuno dei pavidi". E non è quello che ha scelto, giustamente, di fare il Papa sabato prossimo 7 settembre ma è quello che intendono fare i politici come Emma Bonino  e Mario Mauro. Non ha dubbi, Giuliano Ferrara che dedica all'argomento il suo editoriale di oggi, 7 settembre su Il Foglio. "Si può digiunare contro il ritorno dei talebani in Afghanistan, e della sharia, contro l'annichilimento della musica, della libertà femminile, dell'educazione delle ragazze ma digiunare per paura della guerra giusta, quando la guerra civile è in corso, quando le armi chimiche ne esaltano il sapore umanamente tossico, questo mi sembra il colmo dell'assurdo". Il digiuno, argomenta Ferrara, "appartiene al mondo meraviglioso delle religioni, è l'espressione di un credo...Può essere un esercizio di liberazione personale, un'ascesa oltremondana che si inizia nel mondo e lo vanifica".  Paura della guerra - Ma secondo il direttore de Il Foglio la politica non è la stessa cosa della religione, lo Stato non è fede e "non voglio che i ministri segretari di Stato Emma Bonino e Mario Mauro  (al diiugno si è poi unita anche il ministro dell'Integrazione Cécile Kyenge) si associno a un digiuno politico, vanifichino il loro e il mio posto nel mondo. Mi metto fuori dallo Stato se lo Stato si mette fuori dalla ragione che lo istituisce". Ferrara spiega che la paura non può essere all'origine di un contratto sociale. Ferrara sottolinea che non ha mai creduto alla sostanza spiritualistica della politica mentre ha sempre creduto "nello spazio pubblico della fede, nel diritto di esistere socialmente delle religioni, in particolare del cristianesimo".