L'intervista

Ferrara: "Il vero problema dell'Italia sono i giudici"

Andrea Tempestini

Vicinissimo al Cavaliere, cervello del centrodestra, direttore de Il Foglio. Giuliano Ferrara fa il punto sull'incandescente situazione politica. Lo fa in un'intervista a La Stampa. Dove spiega: "E' il momento dei maramaldi, di quelli che vanno in televisione a dire io l'avevo sempre detto che Berlusconi è un mascalzone". Ma per l'Elefantino "non è il momento dei traditori". Già, perché la prova generale di fuga (dal Pdl) "è già stata fatta prima delle elezioni di febbraio". "Niente centrodestra senza Cav" - Il futuro del centrodestra, però, è tutt'altro che roseo. Il Cav, con la decadenza, è a un passo, è a pochi giorni dall'essere fatto fuori. E in Italia, questa la sentenza di Ferrara, "non c'è un centrodestra senza di lui. Solo Scalfari vorrebbe un centrodestra senza Berlusconi. Lo faccia lui, scenda in campo lui". Berlusconi finito, dunque? Non proprio. "L'età avantza, l'assedio è finalmente riuscito a sfondare le mura, la condanna definitiva avrà effetti per anni. Può farsi che Berlusconi sia alla fine della sua avventura (...) però la sua Italia è ancora viva. Lavora. C'è". Bordate contro la magistratura - Poi l'Elefantino prende la mira sul "problema vero" del Belpaese. "Il problema vero - premette - non è se la giunta decide per la decadenza o no, tanto poi c'è la Corte d'appello, ci sono altri processi... Il problema vero è che l'Italia non è un Paese normale. In Italia - spiega - un magistrato di Santa Maria Capua Vetere può arrestare la moglie del ministro della Giustizia e far cadere il governo Prodi, e un giudice come Esposito può decretare la fine politica di Berlusconi". "Ma in Italia no" - Quindi la provocazione: "In Italia - prosegue nella sua tirata - uno come me può dire sui giudici cose terribili, cose che se le dicessi a Londra o a Berlino mi metterebbero in manicomio. E sai perché? Perché a Londra o a Berlino i giudici sono persone stimate e riverite. Ma in Italia no. Secondo te come mai uno come Calamandrei diceva che se l'avessero accusato di aver rubato la torre di Pisa sarebbe scappato all'estero? (...) Ecco perché Berlusconi non va a casa. Perché mezza Italia crede troppo ai giudici, ma l'altra metà non ci crede per niente". "La scomparsa dei comunisti" - Il direttore de Il Foglio spiega che, se fosse Berlusconi, non farebbe cadere il governo e spiegerebbe agli italiani i suoi meriti (dalla rielezione di Napolitano alla creazione delle larghe intese). Elezioni anticipate? "Non lo capirei. Con quale candidato premier? Marina andrebbe bene (...) ma dicono che non ne voglia sapere". Infine una tagliente osservazione sul futuro - e il presente - del centrosinistra: "Il vero romanzo su cui stiamo lavorando è la scomparsa dei comunisti. Letta, Renzi, Zanda... i democristiani si sono mangiati prima D'Alema, poi Veltroni, poi Bersani (...). Il vecchio Pci si sta estinguendo".