Alessandro Sortino: "Io vittima delle Iene come Mastella"
La televisione, in fondo, passa e va. Consuma il momento, brucia l' attimo, incenerisce il presente. E la memoria, intesa come traccia di ciò che sta attorno a quello che consuma e brucia, si è formata dentro la rete. Che torna di attualità quando una sentenza, o un fatto di cronaca, ferma il giro della giostra della memoria su una determinata casella. Come è avvenuto a metà settembre, quando Clemente Mastella, oggi sindaco di Benevento all' epoca dei fatti ministro della Giustizia, è stato assolto. Tutti, o quasi, si sono limitati a riaprire gli archivi per raccontare di Mastella. Il governo Prodi, il dicastero di via Arenula, i Servizi, la crisi di governo, maggioranza, opposizione. Fiumi di parole. Poi, però, su quella giostra mediatica, in realtà una vera e propria gogna, c' erano anche il figlio di Mastella, Elio, e l' allora inviato de Le Iene, oggi autore di Nemo su Rai Due, Alessandro Sortino, che si affrontarono in una sorta di duello verbale passato alla storia. Basta un clic ed esce tutto. Soprattutto riemerge il fatto che, per ragioni opposte fra loro, Elio e Alessandro furono entrambi vittime. Consapevoli o inconsapevoli è tutto da stabilire. Sortino, pentito di quanto accade allora a Ceppaloni, quando affrontò il figlio di Mastella? «Beh, se c' è qualcosa di cui mi devo pentire è di tentato cattivo gusto. Perché quel servizio, che non è mai andato in onda, lo sarebbe stato eccome». Ma lo dice oggi perché il padre è stato assolto o per qualche altro motivo? «Il fatto che la giustizia abbia dato ragione all' ex ministro è una buona notizia. Significa che la democrazia funziona ancora. Lo dico perché il mio obiettivo di allora non era denigrare Mastella e la sua famiglia. La mia intenzione era l' esatto opposto. Pensi che il pomeriggio ero stato a casa loro. Le sembra logico che poi volessi denigrarli in piazza? Semmai volevo fare il contrario». Ma le arance che gli voleva dare? «Volevamo solo essere ironici. Tutto qua....». Beh, il momento non era certo dei migliori per fare della facile ironia. «Il clima di quegli anni era quello. E quello era il modo di fare televisione, ovvero fare la caccia alle streghe per individuare il nemico. Solo che quell' episodio, usato strumentalmente da chi era lì accanto a noi, ha trasformato il figlio di Mastella e il sottoscritto in vittime». Tanto che la mancata messa in onda del servizio le è costato il posto a Italia Uno? «Me ne sono andato. Che è diverso». Però resta il fatto che Elio non fu molto tenero con lei. «...(Pausa, a volte è vero che il passato non passa mai...,ndr). Il figlio di Mastella, allora, ha detto cose ingiuste e false contro di me». 'Io lo so che fa tuo padre e se lo dici fai pure una brutta figura' disse Elio adombrando presunti aiuti paterni e altrettante presunte raccomandazioni, il tutto ripreso dalle telecamere presenti. In che senso? «Nel senso che non sono un raccomandato. Ho sempre fatto tutto da solo, e certe affermazioni non le accetto. Da nessuno». All' epoca dei fatti il padre di Sortino era un commissario dell' Agcom. Alessandro, dopo aver lasciato Le Iene, ha lavorato a Tv2000, l' emittente della Cei e da due anni è di nuovo in Rai dove è l' autore di Nemo, e nessuno ne ha mai messo in discussione le capacità. Ma con Elio vi siete più sentiti? Avete avuto modo d' incontrarvi, di chiarire i fatti? «No, non è mai successo. Anche Elio è stata una vittima del sistema. Ed io, da allora, non ho mai accettato di parlarne in trasmissioni televisive, non sono mai andato ospite di nessuno. Non mi sembrava il caso». Già, il caso. Elio, nella famosa conversazione, ad un certo punto dice: «Siamo qua. Io non sono il figlio del boss». No, non lo era. Ma ci sono voluti nove anni per cancellare quel clima e quella caccia alle streghe. Sortino, ora che guida Nemo, il programma di Rai Due, che idea ha della televisione? «Siamo persone che vogliono raccontare la realtà attraverso altre persone. Non ci vergogniamo di essere scemi ma anche di non esserlo affatto. È un programma aperto in cui vogliamo che il pubblico ci metta del suo». Ceppaloni, le Iene, Mastella, era solo ieri, ma sembra già un tempo infinito... di Enrico Paoli