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Marina Berlusconi: "Sono vent'anni che provano a buttar fuori mio padre ma lui ha saputo reagire"

Eliana Giusto
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"La buona politica sarà sempre fatta di progetti, idee, esperienza, equilibrio. Questa è la grande forza di mio padre. E mi stupisco ancora di più di chi si stupisce: lui il campo non l'ha mai lasciato. È da vent'anni che provano a buttarlo fuori e a far fallire il suo progetto per l'Italia". Marina Berlusconi, in una lunga intervista a La Stampa, parla del Cavaliere ma anche della sua esperienza di presidente di Mondadori e di madre. "L'antiberlusconismo ha messo in mostra i mali peggiori del Paese: l'invidia per chi ha successo, il pregiudizio per chi non la pensa come te, il giustizialismo", continua Marina. "Il modo in cui mio padre ha saputo reagire mi pare abbia fatto capire a molti la vera posta in gioco: non il destino di Silvio Berlusconi, ma di quanti non ne possono più di una certa Italia vecchia e immobile, quella sì, rancorosa e intossicata". In tema di "democrazia digitale", la figlia del Cav parla di "utopia pericolosa. I 5 Stelle sono la dimostrazione che non funziona, quando non è addirittura un inganno. La politica è o dovrebbe essere l'esatto opposto: in nome dell'interesse generale, la mediazione tra interessi particolari".  E come editore, Marina trae queste conclusioni: "Se oggi i Cinque Grandi del web - Apple, Microsoft, Google, Amazon, Facebook - sono le maggiori società mondiali per valore di Borsa è anche perché hanno potuto operare in un contesto del tutto privo di regole". Queste aziende "seguono un modello, a partire da Amazon, non così innovativo: distruggere ogni mediazione, ogni passaggio fra loro e il consumatore finale, mettere fuori mercato tutti gli operatori della catena produttiva-distributiva praticando prezzi insostenibili, grazie alle economie di scala che la globalizzazione consente, alla tecnologia e ai comportamenti cui accennavo. Una volta padroni del mercato, saranno liberi di imporre a tutti le loro condizioni e anche che cosa farci leggere, quando, a che prezzo". In quanto madre, poi, si dice preoccupata: "Ho due figli adolescenti. La generazione del Google in your pocket probabilmente è più reattiva, più capace di trovare risposte rapide a ogni domanda. Ma i ragazzi rischiano di essere meno capaci di stupirsi, meno liberi di annoiarsi e di trasformare la noia in fantasia. E il mestiere di noi genitori è più complicato: i figli non hanno più solo un loro mondo interiore, spesso ermetico, ma galleggiano anche in un mondo online molte volte opaco".

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