Andrea Margelletti, l'esperto e il suggerimento a Salvini: "Immigrazione, le mosse decisive sono da fare in Libia"
"Potrebbe suonare paradossale, ma il no più secco alla proposta italiana sul dossier migrazioni non è arrivato da Bruxelles, dove il governo Conte può contare su pochissimi compagni di strada e ancor meno alleati, bensì da Tripoli", scrive il presidente del Centro Studi Internazionali Andrea Margelletti su il Giorno. Ma attenzione perché in realtà se la proposta di Matteo Salvini al vicepremier Ahmed Maitig sulla realizzazione di Centri di raccolta dei migranti in Libia è stata rifiutata non è chiuso il dialogo fra i due Paesi e alla lunga i "passi in avanti" possono venire proprio da Tripoli. Leggi anche: "La nostra Guardia costiera? Agli Sos dei barconi in mare...": Salvini, più del pugno di ferro La proposta del ministro dell'Interno "prontamente rimodulata", con centri "fuori dai confini libici" non è chiara e senza chiarezza "perde forza, dinamismo e credibilità la posizione italiana nel suo complesso, costretta per necessità a bilanciare con estrema cautela concessioni e richieste". Ma "l'orizzonte in cui va inserito il dossier migrazioni non è soltanto quello del Consiglio Ue del 28 giugno, né la riforma del regolamento di Dublino. Tassello fondamentale di qualsiasi strategia italiana resta la stabilizzazione della Libia, dove Roma vuole e può contribuire in modo determinante". In questo senso "vanno gli accordi rinnovati da Salvini con le autorità di Tripoli", un percorso che segue quello tracciato da Marco Minniti. "Lavorare per la stabilità della Libia significa, probabilmente, non ottenere risultati nell'immediato. Ma non è impensabile che i passi in avanti arrivino prima da un impegno più concreto a Tripoli che dal perorare a oltranza la causa italiana in una sede europea ostaggio dei veti incrociati dei Ventotto".