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Sergio Marchionne, orgoglio italiano: l'Istria, le foibe, i lutti in famiglia. La zia: "Quando tornava qui..."

Giulio Bucchi
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Il passato segreto di Sergio Marchionne, un misto di orgoglio italiano e sangue. L'ex Ceo di Fiat Chrysler, scomparso mercoledì a 66 anni, aveva origini istriane che lui, alla pari con l'affetto per i Carabinieri (di cui suo padre Concezio ha fatto parte), non ha mai dimenticato. Sua madre Maria Zuccon era di Zucconi, oggi Cokuni, nell'entroterra di Pola, e dal 1943 ha subito l'orrore dei rastrellamenti dei soldati jugoslavi comunisti di Tito e dei nazisti, con la famiglia falcidiata: il padre Giacomo, il nonno materno di Marchionne, è stato ucciso nelle foibe, mentre il fratello Giuseppe, zio materno di Sergio, è stato fucilato dai tedeschi dopo l'armistizio dell'8 settembre. Leggi anche: Dove verrà sepolto Marchionne, la scelta straziante Un destino tremendo che Marchionne ha voluto coltivare e ricordare negli anni. Nel 2012 aveva partecipato a Torino a una cerimonia per il Giorno del ricordo, svelando il suo dramma famigliare. Come ricorda La Stampa, la zia materna Maria, rimasta in Slovenia, aveva ricordato nel documentario Italiani per scelta le visite del nipote, "bravissimo e ubbidiente". E lo stesso Marchionne, intervistato dal quotidiano La voce del popolo, quello della comunità italiana in Slovenia e Croazia, aveva ricordato: "Mia mamma mi parlava spesso della sua terra quando ero bambino", sottolineando i ricordi "contrastanti" tra la gioia "della sua infanzia" e "l'amore" per il marito carabiniere conosciuto proprio a Zucconi le lacrime per la "pulizia etnica e le foibe". Ma "il rancore - giurava l'ex super manager - non è uno dei sentimenti che mi ha trasmesso".

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