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Rosy Bindi, decadenza Berlusconi: "Che errore il voto palese"

Rosy Bindi

Nicoletta Orlandi Posti
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"Questa volta non avrei forzato il regolamento". A pronunciare questa frase subito dopo il via libera della Giunta del Senato per il voto palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi non è uno dei falchi del Pdl. A pronunciarla è stata Rosy Bindi, la più antiberlusconiana tra i dirigenti del Pd. La neo presidente dell'Antimafia, forse spinta dal suo nuovo ruolo istituzionale, invece di gioire del colpo inferto al Cav, si chiede se quella intrapresa sia la strada giusta. "Sono sempre a favore del voto palese", premette a Carlo Bertini de La Stampa, "perché la coscienza dei parlamentari è una coscienza pubblica e non riservata. Ma", si affretta ad aggiungere, "questo è già di per se un voto difficile e non lo avrei complicato ulteriormente". Anche perché così il Pd ha dimostrato di essere succube del M5S che ne aveva fatto una battaglia quasi personale. "Voto palese, voto a cinque stelle", ha esultato giovedì Beppe Grillo e i democratici ora cominciano a rendersi conto che questa decisione della giunta potrebbe rivelarsi un boomerang. La decisione, per inciso, non è affatto piaciuta nemmeno al premier, Enrico Letta, che si è trincerato dietro a un furente silenzio. Per lui hanno parlato i suoi fedelissimi nel Pd, che hanno puntato il dito contro la "forzatura" in Giunta. Un "giochetto" che Letta rischia di pagare abbandondando Palazzo Chigi.

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