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Vittorio Cecchi Gori e la confessione politica: "Roma ladrona, con la Lega è andata: "C'era Maroni..."

Davide Locano
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Tre Oscar, il Leone d'Oro, innumerevoli David e Nastri d' Argento con film immortali come Il postino, Mediterraneo, L'ultimo imperatore, La vita è bella, che hanno l' anima dei loro autori e la forza di un produttore italiano che è riuscito ad incollare alle poltrone dei cinema milioni di spettatori. Non è ovviamente una coincidenza che Vittorio Cecchi Gori torni al cinema con un film diretto da Marco Spagnoli che racconta la sua vita. Cecchi Gori, la vedo in ottima forma. Da dove vuole cominciare il nostro racconto? «Dal remake de Il sorpasso, il film che fu diretto da Dino Risi nel '62. Si ispirava al momento del boom economico italiano. Il nuovo film è un confronto tra due generazioni: come sono cambiati gli italiani di oggi?». Leggi anche: Rita Rusic, un impensabile spogliarello allo specchio Chi lo dirigerà? «Marco Risi, il figlio di Dino, mentre la sceneggiatura è di Andrea Purgatori. È importante avere una buona sceneggiatura, altrimenti i film di successo non si fanno». Il cast? Come si sostituiscono Gassman e Trintignant? «Non dobbiamo imitare, sarebbe un rischio. Cercheremo due attori capaci di entrare nel ruolo e nel cuore del pubblico. Nel progetto vorrei coinvolgere anche mio figlio Mario che ha 26 anni. Lui rappresenta i ragazzi di oggi». Ciak si gira anche un docu-film sulla sua vita dal titolo Cecchi Gori. «Ripercorre tutta la mia vita professionale, tra momenti e personaggi che mi hanno accompagnato in questi anni. Il racconto prosegue anche attraverso le testimonianze di grandi personaggi come il regista Giuseppe Tornatore e i tanti protagonisti di quei film». Quante emozioni... «Accade quando arrivi anche agli Oscar! Tre per La vita è bella, Oscar per il Postino e Mediterraneo di Gabriele Salvatores, nove per L' ultimo Imperatore. Accompagnai Bertolucci alla serata degli Oscar e gli dissi: li vincerai tutti. E fu così». Ha lavorato in America anche con Harvey Weinstein. Non aveva mai notato certi suoi... atteggiamenti? «Dal punto di vista privato è sempre stato un po' fuori dalle righe. Ogni tanto ci raccomandava un' attricetta. E ad Hollywood se sbagli non ti perdonano. Però dal punto di vista cinematografico è bravo e ha sempre guardato con ammirazione al cinema italiano. Il postino, La vita è bella e Pinocchio li abbiamo fatto con lui». Ad Hollywood ha molti amici, tra cui Tarantino. «In America mi vogliono bene. A Quentin non avevano dato il permesso di proiettare in Italia Pulp Fiction, ma riuscii ad avere il permesso sottolineando una legge che dice: ai film che hanno un interesse culturale si deve dare diffusione. Altrimenti gli italiani non lo avrebbero ma visto». Conosce Trump, vero? «Se lo avessi ascoltato non avrei passato tanti guai! Donald me lo diceva sempre: "Che ci fai lì? Hai la casa più bella di New York e vuoi tornare in Italia? Resta con noi". Era simpatico, venne a trovarmi anche durante un mio soggiorno a Saint Tropez. Ma nessuno di noi si sarebbe aspettato di vederlo nei panni del Presidente degli Stati Uniti». È membro dell'Academy Awards e anche quest' anno ha votato per gli Oscar. Ci siamo: il 25 sarà la notte magica. Chi pensa possa vincere? «Quest' anno c'è Spike Lee, con BlacKkKlansman mi sembra che abbia fatto un buon film che è tra le cinquine. Ma dopo il festival di Venezia dove ha stravinto con Roma, Quaron potrebbe prendere anche un Oscar. Ha girato un film particolare, delicato, che punta sulla capacità delle donne di saper superare i momenti duri». Crede nella forza delle donne? «Sì. C' è sempre stata, solo che è cambiato il modo di esibirla. Anche mia madre Valeria era una grande donna, però rimaneva dietro le quinte, pur essendo la migliore consigliera di mio padre. Si fidava e non firmava un progetto se non ne parlava prima con lei». È stato senatore per due legislature, quindi di politica se ne intende, giusto? «Me ne intendo così bene che avrei fatto meglio a non farla». Neanche con la Lega? «Mi sono presentato con la Lega quando c'era Maroni, ma non ho vinto per poco. Purtroppo il sistema dei voti aveva ancora l' eco di Roma Ladrona. Avevo capito che il futuro della Lega sarebbe stato il Ribaltone a livello nazionale, durante la conferenza di Calderoli». Salvini e Di Maio? «Sono simpatici, mi ricordano un mio film, Altrimenti ci arrabbiamo, con Bud Spencer (Salvini) e Terence Hill (Di Maio). Caratterialmente un po' ci assomigliano! Sono bravi, ma devono dargli il tempo di portare a termine tutti i progetti che hanno in mente. Al potere ci sono stati tutti, ora tocca a loro. Vanno aiutati, non demonizzati, diamogli la possibilità di far vedere cosa riescono a fare». di Annamaria Piacentini

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