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DiMartedì, la vergogna di Concita De Gregorio contro Silvio Berlusconi: "La morte di Imane Fadil...?"

Davide Locano
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Della misteriosa morte di Imane Fadil se ne parla anche nello studio di Giovanni Floris, a DiMartedì su La7 nella puntata di martedì 19 marzo. Un caso che lascia molti dubbi e apre scenari inquietanti. Un caso in cui Silvio Berlusconi è stato vergognosamente tirato in ballo pur senza alcun elemento che punti contro di lui, eccezion fatta che la Fadil fosse testimone nel processo Ruby Ter, così come vi sono parecchi testimoni. Tra i campioni dell'accostamento "sporco", ovviamente, Marco Travaglio. Ma anche Concita De Gregorio, ospite in studio a DiMartedì, non vuole essere da meno. Certo, non è spericolata come il direttore del Fatto Quotidiano, ma si presta a una considerazione altrettanto vergognosa. Afferma, infatti: "Che paese è quello in cui la morte di una ragazza viene considerata dagli avvocati come un pericolo perché nuoce alla difesa di un imputato, che è Silvio Berlusconi", afferma alzando il ditino. Una frase su cui è necessario riflettere e che fa riferimento alle dichiarazioni dei legali del Cav, i quali, interpellati sul punto, hanno spiegato perché la scomparsa della marocchina potrebbe avere conseguenze negative nel processo al loro assistito. Leggi anche: Imane Fadil, Minzolini punta il dito contro Travaglio Primo, gli avvocati hanno risposto a una domanda diretta. Secondo, dopo lunghi giorni in cui Berlusconi viene accostato alla vicenda da chi senza pudori lascia immaginare che possa essere il mandante del presunto omicidio, gli avvocati del Cav avevano pieno titolo, diritto e dovere di spiegare perché la morte della Fadil non aiuta, affatto, il leader di Forza Italia. Ma questo, ovviamente, la De Gregorio non lo comprende, o finge di non farlo. Ciò che conta è sparare fango sul Cavaliere, sospirare su quanto questa Italia faccia schifo. Già, "che paese è"...

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