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Salvini e la vergogna di Travaglio. Manda l'inviato al Papeete: "Cosa pensate di lui?", finisce in disgrazia

Giulio Bucchi
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Al Fatto quotidiano pur di colpire Matteo Salvini arrivano anche a grattare nel fondo dei bicchieri da cocktail. Quelli del Papeete Beach, per l'esattezza, lo stabilimento balneare di Milano Marittima preferito dal leader della Lega. Ci ha passato spesso le vacanze estive in riviera romagnola, il suo proprietario Massimo Casanova è addirittura responsabile Lega in Puglia. Legami speciali, insomma, su cui il giornale ultrà grillino diretto da Marco Travaglio corre subito a sfruculiare, imbastendo un inquietante "reportage" sul cuore e la pancia dei leghisti.  Leggi anche: "I rom per Salvini". Sul Fatto la bomba di fango a orologeria contro la Lega La tesi, tra uno spritz e un Negroni, è che lì al Papeete ci sia la vera faccia del salvinismo. E quale miglior occasione del party del 25 aprile per scoprirlo? Travaglio spedisce il suo inviato a raccogliere i commenti politici di ragazzini e ragazzine intenti a festeggiare, bere, brindare. Tutto molto affidabile, insomma. "Che festa è il 25 aprile? Lo Spring Break!", risponde qualcuno, già in odor di fascismo (o trumpismo, chissà). Immancabile altra domanda: "Chi è il presidente della Repubblica? Caterina se ne vuole andare. E chi è il Capitano? Sorriso: "Salvini!". Poi la fuga". Come non capirla. Christian, da Milano, brutalizza il povero giornalista: si è fatto il selfie con Salvini lo scorso Ferragosto "perché lui è un grande, è come noi. Voi di sinistra non capite un c***, ci fate tutti scemi. Lui ha capito tutto. Io mi fido di lui. È il contrario di quelli che c'erano prima, mi basta questo". Da Napoli tre ragazzi rispondono goliardicamente: "Festeggiamo il 25 aprile al Papeete per la fessa!", un po' volgarotto per intendere le ragazze. In fondo, sono in discoteca e la risposta non sembra poi così stupefacente, ma il Fatto con un velo di indignazione ci rimedia pure il titolone, per una finissima ed affidabilissima analisi socio-politica.

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