La svolta?

Sul "Fatto Quotidiano" due pagine contro i giudici

Andrea Tempestini

Un paradosso, a pagina 12 e 13 del Fatto Quotidiano di giovedì 7 novembre. Quale paradosso? Il giornale vicediretto da Marco Travaglio si scaglia contro il suo totem, la magistratura. Per la rubrica "Le grandi interviste" proposta dal Fatto, ecco che si ripesca il colloquio tra Enzo Biagi ed Enzo Tortora, in cui il conduttore racconta il suo incubo: passò sette mesi in carcere e sei ai domiciliari, accusato di spacco, detenzione e uso di droga, e di associazione di stampo camorristico. Un clamoroso abbaglio dai contorni oscuri che gli azzerò la carriera e la vita (Tortora morì nel 1998). Nell'intervista a Biagi, il conduttore raccontava il suo calvario: "L'incubo iniziò all'alba di un venerdì 17. Stavo a Roma nella stanza dell'albergo dove scendevo da più di vent'anni. Bussarono alla porta alle quattro e un quarto. I carabinieri mi dissero che erano lì per arrestarmi, non capii nulla, quando mi ammanettarono inorridii e mi resi conto che non si trattava di un sogno, ma di realtà". La realtà: una pazzesca topica delle toghe. Al fianco della vecchia intervista fa capolino un secondo articolo, un commento in cui viene ricostruita l'intera vicenda, dal titolo eloquente: "Errore giudiziario che gli distrusse la carriera e la vita". La triste ed esemplificativa di Enzo Tortora, perseguitato dalla magistratura, è storia e non lascia margini intepretativi. Da oggi c'è un altro pezzettino di storia: forse per la prima volta, Marco Travaglio ha mandato in stampa due paginate contro i giudici.