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Bassolino confessa pensieri di morte: "Ero giù, in montagna ho sfidato la sorte"

Quando tutti gli hanno voltato le spalle "ho affrontato momenti molto brutti", racconta. Ma ora che è stato assolto al processo sull'emergenza rifiuti punta a Palazzo San Giacomo

Roberto Procaccini
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Da vicerè di Napoli a uomo disperato, in balia di pensieri estremi. "Ho passato momenti molto brutti. E a volte mi sono lasciato andare a cose che non si dovevano fare, su in montagna". A confessare di aver pensato al suicidio ("Non la dica così") è Antonio Bassolino, ex sindaco di Napoli, ministro del Lavoro e, per dieci anni governatore della regione Campania.  E' stato appena assolto dal tribunale di Napoli nel processo sulla crisi rifiuti tra il 1998 e il 2003, e proprio per la damnatio memoriae caduta sul suo nome ha vissuto anni di cupezza. Ma ora che il fronte giudiziario si è chiuso (e da affrontare rimangono le responsabilità politiche), "Totonno" alza di nuovo la testa: con un libro, le Dolomiti di Napoli, dove si toglie i sassolini dalle scarpe ("i Faraglioni", dice lui). E poi con un'idea che, date le difficoltà che attraversa la giunta De Magistris e il consenso personale di cui ancora gode, non sembra così balzana: candidarsi a sindaco e tornare a Palazzo San Giacomo. Il pensiero della morte - E' sulle vette delle Dolomiti, dove si rifugiava per ripararsi dai problemi che lo aspettavano a fondo valle, che Bassolino ha accarezzato l'idea della morte. "Andavo su senza guida e senza cautela - racconta al Corriere della Sera -, sui sentieri più pericolosi, con neve e ghiaccio. Mi avvenutravo a fare cose che tre anni prima non avrei mai fatto". Più che farla finita, si deduce dalle parole di Totonno, si trattava un modo di sfidare la sorte. "Andavo, andavo - sono le sue parole - e in certi momenti pensavo: potrei anche restare a riposare quassù".

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