In punta di penna

Massimo Gramellini, sfregio a chi difende il tabaccaio di Ivrea: "Bimbetti, biechi reazionari"

Caterina Spinelli

Massimo Gramellini ha scatenato l'ira del web, dopo aver pubblicato un articolo contro "i fan del tabaccaio di Ivrea". Il commento, finito sulla pagina Facebook del Corriere della Sera, è stato preso di mira da molti. Gramellini infatti scrive che ai sostenitori di Franco Iachi Bonvin poco importa "se in pericolo fosse la sua vita o soltanto la sua cassa" perché "per loro - sentenzia - la difesa della proprietà privata giustifica comunque una reazione". E ancora, la firma del quotidiano di via Solferino considera i cittadini che hanno mostrato tutto il proprio sostegno al tabaccaio dei "biechi reazionari" e "bimbetti spaventati". "Un Paese dove tutti hanno la pistola in tasca è un luogo maledettamente insicuro. Nel mondo che vorrei le vittime non sparano. Chiamano i carabinieri" conclude il giornalista. Leggi anche: Si mette male per il tabaccaio di Ivrea, cosa rivela l'autopsia Peccato che nel mondo che vorrebbero molti, "i criminali non entrano in casa d'altri, vanno a lavorare", ricorda un utente a Gramellini. "Esatto, bravo Gramellini - dice ironico un altro -. Nel mondo che vorrei le vittime non sparano, chiamano i Carabinieri, questi arrestano i ladri e nessun giudice li libera dopo due ore. Ma sappiamo tutti che purtroppo non funziona così, e chi ha subito due, tre, quattro furti e si ritrova i ladri che gli ridono in faccia il giorno dopo, a un certo momento non ce la fa più. E spara, anche alla schiena". Come loro sono in tanti a domandarsi se il commento di Gramellini, relativo al tabaccaio che dopo l'ennesimo tentativo di rapina ha sparato e ucciso uno dei ladri, fosse davvero pertinente.