Cerca
Logo
Cerca
+

Bruno Vespa smonta il Sessantotto: una rovina per gli insegnanti e gli studenti

Esplora:

Cristina Agostini
  • a
  • a
  • a

"Agli esami di maturità del 1962 (dove si portava il programma dell' intero triennio!) ci presentammo ovviamente in giacca e cravatta", racconta Bruno Vespa nel suo editoriale su il Giorno commentando la notizia della disposizione agli studenti da parte del ministro dell'Istruzione, Bussetti, di non presentarsi in short e infradito. "Quanti secoli sono passati e che cosa si nasconde dietro questa pudìca e allarmante raccomandazione? Una catastrofica perdita d'autorità nella scuola, un malinteso senso di democrazia che sembra autorizzare i giovani all'impensabile". La scuola, ricorda Vespa, "era certamente autoritaria" e "un terzo della nostra classe si ritirò dopo le vacanze di Natale. Il passaggio dalle elementari alle medie e soprattutto dalle medie alle superiori era epocale. Ma tutti i miei compagni di scuola si sono laureati e hanno avuto una vita professionale mediamente brillante". Leggi anche: "Poniamo fine a questo indecoroso e spietato mercato". Vespa, bomba sui magistrati: "Ne vedremo delle belle" Poi però "il 1968 ha buttato il bambino con l'acqua sporca. Insieme con l'autoritarismo, è stata uccisa l'autorità. I miei insegnanti avevano stipendi dignitosi, ma erano gratificati soprattutto da un riconoscimento sociale indiscusso. Come i loro colleghi nella Lubecca di Thomas Mann, essi erano classe dirigente. Oggi sono pagati male e sono precipitati nella classifica del prestigio sociale". E così, "la cattiva scuola ha formato progressivamente insegnanti spesso mediocri e cittadini spesso ignoranti, sprovvisti non tanto e non solo di cognizioni elementari, quanto privi di quella trasmissione di valori che dovrebbe essere alla base stessa dell' insegnamento".

Dai blog