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Susanna Torretta e il giallo della morte della contessa Vacca Agusta. La verità a Libero: "Potevo salvarla"

Maria Pezzi
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Arrivo a Rapallo per l' appuntamento con Susanna Torretta e la scorgo da lontano. La chioma leonina la contraddistingue inequivocabilmente; il tempo pare essersi fermato per lei a quando l' abbiamo vista, oramai più di dieci anni fa, in giro per qualche trasmissione televisiva. Non è stato facile avere il suo contatto e tanto meno strapparle un' intervista. «Ho accettato di fare l' intervista con te perché sei il fidanzato di Simona Ventura e di lei mi fido ciecamente». Grazie Susanna, una bella responsabilità per me, non pensi? «Penso di sì ma non ho dubbi che riporterai fedelmente il mio pensiero perché molte volte la stampa mi ha fatto del male». A cosa ti riferisci? «Lasciando stare la morte di Francesca (Vacca Agusta, ndr) anche quando si è suicidato un medico ginecologo di Rapallo, pochi anni fa, i giornali mi hanno tirato in mezzo ipotizzando un mio aborto o altre cose terribili e false; per questo sono molto attenta e non voglio rilasciare interviste anche perché adesso da tanti anni sono felice e appagata». Felice di che cosa? «Mio marito, Giorgio Ranieri, mi ha salvato la vita. Ci siamo conosciuti e messi insieme l' 8 dicembre del 2011 e il 9 giugno del 2012 ci siamo sposati. Sono innamorata di lui, è il mio porto sicuro e suo figlio Alessio, che oggi ha tredici anni, è come se fosse anche mio figlio. Per carità Alessio ha una mamma, Laura, bravissima e con cui vado d' accordo, ma l' armonia all' interno della nostra famiglia è tale che non ho più interesse di farmi vedere o di rilasciare interviste. Vivo serenamente la mia meravigliosa quotidianità». Ma che lavoro fai adesso Susanna? «Lavoro con mio marito Giorgio e controllo l' avanzamento della produzione della sua azienda e, ripeto, mi ha salvato la vita». Perché mi ripeti questo? «Perché ho collezionato tanti insuccessi sotto il profilo umano; io mi fido, non vedo il male e mi sono sempre lanciata in ogni tipo di avventura. Sbagliando. Dai miei errori ho imparato tantissimo pagando però, sempre, un prezzo altissimo. Ho sempre regalato la mia fiducia e mi sono trovata di fronte a persone che mi hanno trattata con viltà, abusando di me». Parli di tradimenti? «Guarda, non esiste soltanto il tradimento fisico che certamente è importante; ma anche quello umano, psicologico che ti devasta e ti rende insicura nelle relazioni. Il tradimento umano crea delle ferite che sono lunghe e difficili da rimarginare soprattutto con l' andare avanti degli anni». Fammi un esempio di che cosa intendi per tradimento umano. «Intendo quando una persona si pone in modo diverso da come è. Ti circuisce con modi apparentemente gentili ma che in realtà sottendono a una indole diversa, spesso narcisista e cattiva. E sai chi mi diceva sempre questo?». No, Susanna chi? «Francesca (Vacca Agusta, ndr). Naturalmente lei viveva in un mondo diverso in cui ero entrata per l' amicizia profonda che mi legava a lei. Ma proprio per questo, in modo ostinato, quasi a volermi sempre tutelare, mi ripeteva di stare attenta a chi si pone senza difetti perché spesso nasconde qualche cosa d' altro». Per approfondire leggi anche: Pamela Petrarolo, che fine ha fatto Che mondo era quello della Contessa Agusta? «Un mondo non paragonabile a quello di oggi; un mondo fatto da una ricchezza che aveva un fondamento nell' industria del nostro Paese. Potrei paragonarlo, per ricchezza ma non per stile, a quello degli arabi di oggi». Un mondo poco leale? «Le persone fanno "il mondo" e spesso i comportamenti sono sleali. Io, per esempio, sono una donna sempre a favore delle donne, mentre spesso nasce tra persone dello stesso sesso una competizione irrefrenabile che necessariamente porta alla non lealtà». Come mai sei una "donna per le donne"? «Perché ho sempre avuto al mio fianco donne forti, a partire da mia madre. Per non parlare poi di Francesca». La nomini spesso la contessa Agusta. «Sì, la nomino spesso e la penso tutti i giorni. È stata per me una donna eccezionale che mi ha regalato la sua amicizia e a cui ero profondamente legata. Il dolore per la sua scomparsa non mi passerà mai». Che tipo era la contessa Agusta? «Una donna apparentemente molto forte, ma in realtà fragile. Innamorata dell' amore e una donna pura. Dopo la separazione da suo marito ha sofferto tantissimo per il rapporto con il figlio Rocky; e poi ha avuto il colpo finale da Tangentopoli». In che senso parli di "colpo finale"? «Perché Francesca era una donna apprezzata e con Tangentopoli la sua reputazione si è rovinata. La sola idea di essere alla mercé della gente e non più amata la dilaniava, la faceva molto soffrire. Lei era abituata a dirmi: "tanti soldi non servono a niente se vivi senza amore"». Detto da una donna così ricca è facile, non credi? «Lei lo diceva perché ci credeva e questa frase aveva un ragionamento condivisibile: di quando uno ha tutto e non trova più il desiderio per alcuna cosa. Un esempio è quando le ho regalato una borsetta, lei si è emozionata perché non abituata a ricevere qualcosa da qualcuno. Il pensiero di Francesca è il contrario di quello di Patrizia Gucci che diceva "meglio piangere su una Rolls Royce che su una Cinquecento"; in realtà quando piangi sei triste e basta!». Mi hai detto che la pensi tutti i giorni, l' hai mai sognata? «La sogno, e con gioia, tutte le settimane e mi dico sempre "che bello se Francesca fosse ancora qui"». La tua vita è una grande avventura passata tra le luci della ribalta e, adesso, la ricercata riservatezza. Quali sono gli insuccessi da ricordare? «Un insuccesso è stato quello di non finire l' università». E invece un episodio da ricordare? «La prima edizione dell' Isola dei Famosi (era il 2003, ndr) è stata straordinaria e mi ha formato e insegnato tantissimo. Era davvero un esperimento di sopravvivenza e non sapevamo nulla di che cosa ci sarebbe potuto accadere. Ho conosciuto persone che erano lontane dalla mia vita e ho capito quale fosse il mio grado di sopportazione con gli altri». Nella tua vita hai incontrato tante persone: c' è qualcuno che ricordi con piacere e che ti è sempre stato accanto? «Su tutte ci sono tre persone: Alfonso Signorini, che con me è sempre stato gentile e presente, Ringo, e naturalmente Simona Ventura, che in qualsiasi momento si è sempre fatta trovare pronta ad ascoltarmi». Sono passati tanti anni Susanna, non pensi mai che magari tu avresti potuto salvare la contessa Agusta dalla sua drammatica fine? «Sì, ci penso. E per come sono fatta ora sicuramente le avrei potuto dare un sostegno maggiore; ma diciotto anni fa ero poco più che una ragazzina che si trovava per caso in un mondo che non le apparteneva». di Giovanni Terzi

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