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A Tel Aviv Berlusconi è un amicoe gli dedicano pure un ristorante

L'interno del bar di Tel Aviv dedicato a Berlusconi

Altro che lite con gli ebrei: in Israele c'è un bar con il nome del Cav. E presto anche un piatto ispirato

Nicoletta Orlandi Posti
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Marina, Barbara, Eleonora, Piersilvio e Nicolò non sono come i Calò, i Di Segni, i Sabatello, i Sonnino o i Terracini uccisi per volere del regime di Hitler nelle camere a gas. Così, giusto per ricordarlo. Ma Mantovani, vicepresidente e assessore alla Salute della Regione Lombardia, non mente quando dichiara che «in Israele»,  alle parole di Silvio Berlusconi, «non è stata data l'interpretazione né usata la strumentazione che c'è stata in Italia». Anzi. Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, nell'incontro con Mantovani ha chiesto di portare i saluti «all'amico» Silvio. E tra gli israeliani c'é addirittura chi, a nord di Tel Aviv, ha deciso di cambiare nome al proprio ristorante: da Bar Gurion a Barlusconi (sui menú «Berlusconi»). Il 31enne israeliano Gai Tafir e i suoi 3 soci, però, non hanno fatto questa scelta per motivi politici. La questione è meramente commerciale. Bar Gurion, catena della ristorazione che nel nome si ispira allo statista fondatore dello Stato d'Israele, David Ben Gurion, stava stretta ai 4 soci che volevano essere liberi dai vincoli contrattuali del franchising. Ed è così, che sull'insegna del ristorante, si sono avvicendati due capi di governo. Il primo socialista, il secondo conservatore. L'indipendenza (economica) è compiuta. Mancava solo il motto, ma non ci è voluto molto per trovarlo: «Berlusconi, always a pleasure».  Edonismo allo stato puro. «Avevamo un problema di marchio e volevamo renderci indipendenti dalla catena di franchising a cui eravamo affiliati», spiega il ristoratore. «Non ci è voluto molto perché il Bar Gurion diventasse il Berlusconi».  Il locale, nella zona Barzel di Tel Aviv (una delle Silicon Valley israeliane), è un posto frequentato più che altro per pranzi di lavoro. Costo medio di un «business lunch»: 42shekel (circa 10euro). Il menù, neanche a dirlo, è ricco di piatti pseudo-italiani. «Pesto pasta», «spaghetti bolognese», «cheese ravioli», e fettuccine con oca affumicata. Ma non solo. Al Barlusconi-Berlusconi si mangiano anche insalate, sandwich e hamburger. A voler esser puntigliosi, tuttavia, si può notare che il menù non tiene davvero conto dei gusti del Cavaliere. Né «pennette tricolore» né altre pietanze offerte dall'ex premier in occasione di cene ufficiali e non. Unico punto d'incontro, virtuale, la «pesto pasta». Non fosse altro che Berlusconi, la pasta al pesto, la vuole rigorosamente senza aglio.  Non va meglio con la cipolla che qui, praticamente, è dappertutto. Dalle penne ai funghi agli «spaghetti bolognese»; dalla «rosè pasta» a una delle specialità della casa: fettuccine con oca affumicata. Un menù non proprio digeribile per il Cavaliere. Unico piatto compatibile: le «linguini pomodoro». Nel frattempo, Gai Tafir, studia come porre rimedio al problema: «stiamo studiando un piatto ispirato a Berlusconi. Ancora non abbiamo un'idea, ma ci stiamo lavorando». Chissà che nel frattempo non arrivi un suggerimento da Arcore.  di Vito Kahlun @vitokappa

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