Flavio Briatore anti-M5s: "L'Italia non vale un caz*** per colpa dei grillini, a chi non darei mai un lavoro"
Il "Movimento del Fare", per definizione, non può che essere agli antipodi del Movimento 5 Stelle. E però Flavio Briatore, che nel Movimento del Fare, da lui lanciato, intende ricoprire il ruolo di team manager come ai tempi della Benetton e dei mondiali di Formula Uno vinti con Schumacher, ha voluto esplicitare il concetto. «Per qualcuno il primo lavoro» ha detto l' imprenditore nel corso di una diretta Instagram «è stato fare il ministro del Lavoro», anche se è ingiusto negare il precedente impegno di Di Maio sugli spalti del San Paolo di Napoli. «Abbiamo un ministro delle Infrastrutture», la bordata stavolta è per Toninelli «al quale non darei un impiego in nessuna delle mie aziende. Abbiamo a che fare con gente che vorrebbe guidare una macchina senza avere nemmeno il foglio rosa». Leggi anche: "Non può farlo veramente". Briatore in politica? L'amico Feltri sconcertato L'affondo - Quindi, ce ne fosse stato bisogno, l' affondo: «Nel Movimento 5 Stelle il 70-80% non ha mai lavorato. Il Paese è nelle mani di persone incapaci di gestirlo. Il vero problema del governo è rappresentato dalle poltrone che si devono dividere i politici, non dall' economia, dal turismo. Altro che "Poltrone e Sofà" I saldi sono arrivati al momento giusto. Questi hanno capito che fuori dal parlamento finirebbero in strada, è gente che da zero oggi guadagna 14-15 mila euro al mese, fanno di tutto per mantenere l' attuale tenore di vita. È gente a cui del Paese non frega un cazzo». Difficile, in tutta franchezza, dissentire. Ma cos' è di preciso questo Movimento del Fare? Briatore ha voluto precisare che non sarà un partito, consisterà - parole sue - in un «dream team» di professionisti provenienti da vari settori che si proporranno come «consulenti» al premier e all' esecutivo. «Avranno a disposizione esperti che non avrebbero la possibilità di pagare» ha affermato il manager. «Se non accetteranno le nostre idee li bombarderemo coi media, gli tireremo le pietre». Nella "squadra da sogno" ci sarà qualche nome grosso che però al momento non vuole esporsi: «Alcuni li conosco personalmente, ma le porte all' inizio sono aperte a chiunque abbia una certa professionalità, giovani e meno giovani, poi decideremo, sceglieremo in base al merito. Saremo una fucina di idee e di gente che le cose le porta a termine. Ora» ha precisato Briatore «dobbiamo sbrigare le pratiche burocratiche e strutturarci. Quando il Movimento sarà operativo lo annunceremo». Nord e Sud - Nessuna distinzione tra destra e sinistra, tra Nord e Sud. E però per il Mezzogiorno l' imprenditore ha già due idee precise: «Dovrebbe essere la nostra Florida, il clima è favorevole, ci sono paesaggi stupendi, invece al Sud è sempre stato sbagliato tutto. Per fare turismo bisogna avere un programma di 50 anni, costruire porti. Siamo dietro alla Spagna, la Grecia e la Turchia ci stanno sorpassando. È illogico non avere un ministero del Turismo, il settore fa capo al dicastero dell' Agricoltura («Centinaio ha lavorato bene ma è vittima del pantano della burocrazia») quando dovrebbe dipendere dal presidente del Consiglio. Io costruirei anche il ponte sullo Stretto di Messina, sarebbe ottimo per il turismo, creerebbe moltissimi posti di lavoro». Pure sul numero dei parlamentari le idee di Briatore sono chiare: «Ne basterebbero il 20%, preparati, e a quel punto anche pagati di più. Servono persone che conoscano i mercati, che parlino le lingue». Impietoso il giudizio sul ruolo dell' Italia nel mondo: «Non contiamo un cazzo. Gli altri vendono alla Cina aerei e il 5g. Noi le arance della Sicilia». di Alessandro Gonzato