Cappotto

Giuseppe Conte, in un grafico l'effetto del premier sugli italiani, confronto impietoso con Renzi e Salvini

Giulio Bucchi

È finita con il classico "cappotto", 25-7, un risultato non tennistico, ma addirittura da set pallavolistico, il confronto a distanza tra i Mattei e "Giuseppi" Conte. Se i primi due, cioè Matteo Salvini e Matteo Renzi, ospiti su RaiUno a Porta a Porta da Bruno Vespa, martedì sera avevano trionfato, ottenendo il 25,4% di share e 3 milioni e 808mila spettatori, due giorni fa il premier Conte, intervistato da Francesco Giorgino a Speciale Tg1, ha racimolato la miseria del 7,04% e appena 1 milione e mezzo di telespettatori. L' immagine plastica della disfatta la offre la curva degli ascolti di RaiUno, crollati dal 20,6% dei Soliti Ignoti al 7% dello Speciale Tg1 con il premier Conte (che addirittura chiudeva la performance al 4%), da cui la perdita in un battibaleno di oltre 3 milioni e 600mila spettatori. Un disastro che ha ucciso RaiUno, vittima del Tg1, lo definiva ieri in un tweet il senatore forzista Maurizio Gasparri.  Leggi anche: "Salvini in tv contro Conte. Lo sfonda...". Retroscena Renzi, bomba sul premier Prima di andare all' origine della débâcle, bisogna tenere conto dei punti che pure dovevano giocare a favore di Conte: a differenza di Salvini e Renzi, il premier andava in onda in prima serata, e non in seconda; a dispetto del programma di Vespa che aveva in contemporanea due diretti concorrenti, ossia #Cartabianca della Berlinguer su RaiTre e il bravo Giovanni Floris con diMartedì su La7, lo speciale Tg1 aveva maggiore campo libero, col solo Fuori dal coro, il programma di Mario Giordano su Rete 4, a fargli da sfidante. E ancora: il premier non aveva contraddittorio e quindi, in teoria, avrebbe potuto argomentare al meglio le sue tesi e convincere più spettatori; e, ultimo ma non ultimo, egli è pur sempre il presidente del Consiglio, e dunque la figura politica più importante del Paese. Chi l'ha visto? - Nondimeno l' intervista al premier si piazzava solo in quarta posizione, facendo peggio di Amici Celebrities su Canale 5 (al 18,5% di share), di Rocco Schiavone 3 su RaiDue (11,6%) e perfino di Chi l' ha visto? su Raitre (10,1%); e impallidiva rispetto al duello Salvini-Renzi, che era andato meglio in termini di share anche della partita della Nazionale (al 23,4%), in onda nella fascia precedente. E allora è giusto chiedersi: com' è che l' ex premier e il possibile premier del futuro valgono enormemente di più in tv del premier attuale? Com' è che il Matteo Bis (nel senso dei due Matteo) pesa, quanto ad ascolti, quattro volte il Conte Bis? A distanziare il primo ministro dal duo Salvini-Renzi c' è innanzitutto l' incomparabile peso elettorale e l' imparagonabile efficacia comunicativa. Salvini oggi ha il 33% di voti, Renzi un tempo contava il 40% (ora gli manca lo 0 finale), e Conte invece? Chissà, forse vale solo lo 0,4%. E poi: mentre i primi due in tv erano a proprio agio, si menavano sberle a suon di battute, punzecchiature, risposte pronte e gigioneggiavano da consumati oratori, Conte arrancava, col volto truce, reduce da una manovra horribilis, e la voce sfiatata, come è tipico del suo essere afono. I due Matteo avevano un elettorato di riferimento e aizzavano le rispettive tifoserie, sentendosi già investiti in pectore del ruolo di duellanti nel bipolarismo di domani; il premier parlava a stento ai pochi affezionati grillini, ridotto al ruolo di comparsa, coi due leader dell' opposizione esterna e interna al suo governo a far da protagonista e antagonista. È che Conte non riesce a essere primadonna: prima schiacciato dai vice Salvini e Di Maio; ora offuscato dal miglior nemico Salvini e dal peggior amico Renzi. Gli manca il piglio del leader o il talento per sembrarlo. Non ha i temi, i tempi, e neppure i toni. E, di conseguenza, non ha i voti. Format stanco - Ma, al di là dei personaggi coinvolti, è il format stesso a non funzionare più. Gli italiani si sono stancati del one man show politico in tv, del monologo senza dibattito o delle interviste sdraiate: gli spettatori (e gli elettori) hanno bisogno di leader che si confrontino sulle idee e sfidino il proprio avversario, possibilmente guardandolo negli occhi e non mandandogliele a dire. Vogliono anche, e perché no, l' effetto ring, il botta e risposta, l' Eroe e il suo Nemico, come nella migliore tradizione narrativa, il Bene contro il Male, il manicheismo delle proposte, la netta scelta di campo, la sfida a due. Non a caso, l' unica ottima performance tv di Conte fu quando osò attaccare Salvini in Senato, il giorno delle sue dimissioni da premier (la diretta dello scontro valse a RaiUno il 21,9% di share). Il premier funziona solo in compresenza di un nemico, cui è buono a far da sparring partner. Sennò resta un Conte dimezzato. E tutti, mentre cambiano canale, si chiedono: Chi l' ha visto Conte? riproduzione riservata. di Gianluca Veneziani