L'ex procuratore

Venezia, Carlo Nordio: "I burocrati hanno complicato tutto ma è una follia fermare il Mose adesso"

Cristina Agostini

Carlo Nordio, ex procuratore di Venezia, in una intervista a Il Giornale, si dice convinto della necessità di completare il Mose che dovrebbe difenderla dalle alte maree e dalle alluvioni: "Fermarsi adesso a un passo dalla fine sarebbe follia pura, ancora di più con il cambiamento climatico in corsa, ma credo che nessuno possa anche solo concepire una soluzione del genere". L'ex pm, rispetto all'intervento della magistratura lagunare che di fatto bloccò l'avanzamento dell'opera, afferma che "quello è stato un intervento doveroso che ha scoperchiato sprechi da far piangere e un sistema di corruzione capillare, fra i politici, da destra a sinistra, gli imprenditori e pure gli organi di controllo" e precisa che la magistratura è intervenuta "per perseguire dei reati, non per un disegno ideologico sulla città" "ma la burocrazia adesso ha complicato tutto". Leggi anche: "Perché è rimasto bloccato il Mose: questa è l'Italia". Vespa, le informazioni riservate Nordio ammette tuttavia che "gli arresti hanno avuto inevitabili effetti collaterali" come il rallentamento dell'esecuzione del progetto. Però sottolinea anche che il Mose "è un'opera unica al mondo e quando sarà terminato diventerà uno straordinario biglietto da visita per l'imprenditoria italiana", "non ci sono alternative - chiosa - speriamo che entri in azione in fretta", "come cittadino anch'io attendo il Mose con ansia" perché "Venezia è fragile, sempre più fragile, e non si può andare avanti cosi, all'infinito".