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Mattia Santori a DiMartedì: "Fare la sardina è un lavoro duro". Siamo a livello guru: dove si spinge da Floris

Giulio Bucchi
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Fare la sardina "è un lavoro duro". Ormai Mattia Santori si è talmente calato nella parte del guru rivoluzionario da attingere alla filosofia e alla psicanalisi per spiegare il suo "mandato politico". Leggi anche: "Lì però eravate pochini...". Senaldi mette in grossa difficoltà la sardina Santori Ospite ormai fisso dei talk tv, che da lui aspettano di ascoltare "il Verbo" del nuovo progressismo, il 31enne bolognese che ha dato il via al movimento sul Crescentone di Piazza Maggiore nel salotto di DiMartedì, da Giovanni Floris, non si sottrae al compito: "La partecipazione è un buon segnale, arriveremo a mezzo milione in un mese. Siamo riusciti a dare voce all'insofferenza delle persone", spiega soddisfatto. Il segreto? "Le pance sono piene di slogan - pontifica citando indirettamente Matteo Salvini e Giorgia Meloni, i "nemici" sovranisti -, noi puntiamo ai cervelli". Per questo, giura, è molto più difficile. 

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