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Vittorio Feltri su John Elkann, padrone di auto e giornali: "Ma avrà la ricetta giusta?"

Caterina Spinelli
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John Elkann, a un prezzo di saldo di fine stagione, si è comprato l' impero cartaceo della famiglia De Benedetti, comprendente addirittura Repubblica, che ha dominato per decenni nelle edicole, essendo un giornale alla moda, di sinistra generica, affezionata al politicamente corretto, ricca di frusto conformismo. L' erede di Gianni Agnelli aveva già dimostrato di essere bravissimo, nonostante che ai suoi esordi fosse parso a molti un timido epigono dell' Avvocato. Infatti egli, aiutato e sostenuto da Gianluigi Gabetti, un fenomeno della finanza (quello che assunse Sergio Marchionne, salvatore della patria automobilistica), in pochi anni è riuscito a salire in vetta alla classifica dei migliori industriali. Pertanto non siamo stupiti della sua ultima performance in ambito imprenditoriale. Ora si tratta di vedere se il giovane uomo d' affari sarà capace di imprimere una svolta nel mercato asfittico dei quotidiani. Gli auguriamo di farcela benché l' impresa sia quasi proibitiva, dato che le cosiddette tecnologie hanno sbranato la stampa riducendone le copie vendute a poca cosa, insufficiente a riempire come una volta le casse aziendali. Noi non abbiamo la ricetta idonea a risolvere il problema, però siamo persuasi che sia necessario rinnovare alcuni schemi purtroppo consolidati e forieri di fallimenti. Le questioni più delicate da affrontare non riguardano la politica, che è fonte di confusione globale, bensì i fatti della vita, il costume, la cronaca, tutta roba oggi trascurata, direi snobbata, nella convinzione diffusa che il chiacchiericcio ripetitivo proveniente dal Palazzo sia alla base degli interessi dei lettori. Storie. Tanto è vero che l' ultimo sondaggio rivela che il 90 per cento dei connazionali non vuole vedere in tv rappresentanti dei partiti. Coraggio John, cambia spartito e fai rinascere l' informazione che soffre. di Vittorio Feltri

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