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Paolo Becchi, l'allarme rosso: "Come stare con l'ubriaco". Il grosso rischio di Matteo Salvini

Caterina Spinelli
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La notizia è quella che nessuno si aspetta. Dal "no taxi day" di Milano, Salvini apre al dialogo con la maggioranza giallo-rossa e chiede un "comitato di salvezza nazionale". Il motivo dichiarato è quello di evitare che il Paese sprofondi nel baratro, anche perché i partiti che sostengono il governo sono allo sbando e divisi su tutto. Due i temi principali: Ilva e Banca popolare di Bari. Il rischio è quello che i quattro partiti di maggioranza chiudano la seconda acciaieria più importante in Europa e mettano in mezzo alla strada oltre tremila dipendenti della popolare di Bari. Un disastro. E Salvini invece di rigirare il coltello nella piaga, offre un balsamo per curarla. Perché lo ha fatto? LE RAGIONI Il motivo è semplice. Questo governo è (purtroppo) destinato a durare, non per merito suo ma perché il centrodestra ha una valvola che non funziona più: Forza Italia. Berlusconi non controlla più il partito, ormai è un uomo impotente. Non è neppure in grado di indicare un candidato Presidente per la Calabria. Toti ormai è fuori, e si è fatto anche fuori, ma Carfagna è stata molto più intelligente: stare dentro e fuori allo stesso tempo. Carfagna e Romani, due miracolati del berlusconismo, hanno creato una fronda di "responsabili" pronti ad astenersi sulla fiducia a Conte. Se chi votava contro si astiene, produce il risultato che il governo può tirare a campare in eterno. Ieri su Libero la Gelmini ha puntellato Forza Italia, attaccando le mosse della coppia Carfagna-Romani. Ma ormai la vicepresidente della Camera è una spina nel fianco. Considerati i tormenti e le incognite di Forza Italia, Salvini ha aperto al dialogo anche su un altro fronte: la legge elettorale. La maggioranza è spaccata pure su questo. Tutti credevano fosse stata raggiunta un' intesa sul proporzionale cosiddetto "corretto", ma negli ultimi giorni si è aperta una frangia nel Pd che insiste col maggioritario a doppio turno. Renzi alza subito la voce: proporzionale con soglia di sbarramento nazionale non più alta del 3%. La mossa di Salvini di proporre un "comitato di salvezza nazionale" apre un tavolo anche (e soprattutto) sulle regole del gioco: un accordo tra il Pd e la Lega su un sistema maggioritario (come è tutto da vedersi) che metta Renzi fuori gioco. E con buona pace dei sogni "responsabili" di Carfagna e Romani. Al Pd un dialogo con Salvini sul maggioritario conviene, principalmente per tre motivi: acchiapperebbe parte dei voti dei 5Stelle delusi, si giocherebbe la partita da protagonista e farebbe fuori Renzi. Stesso discorso per Salvini, che potrebbe portare a casa una legge elettorale vantaggiosa. Insomma, se Renzi vuole tenere in vita il governo e il duo Carfagna-Romani sono affetti dalla "sindrome Alfano", tanto vale - ecco la mossa di Salvini - tentare di uscire dall' angolo. LO SCOGLIO La partita è interessante, ma presuppone una capacità politica che Zingaretti non ha. Il vero problema del Pd è quello di essere guidato da un incapace. Ha poco senso sedersi al tavolo con un ubriaco per parlare della Critica della ragion pura. Anche per questo il gioco per Salvini è pericoloso. Perdere la "verginità" del barbaro ad un mese dal voto in Emilia-Romagna e Calabria può alla fine non pagare.Gli elettori di periferia e di provincia, che poi sono quelli che in termini di voto fanno la differenza, in questo momento di grande confusione politica hanno bisogno del "capo-popolo", non del moderato e del responsabile dialogante con chi sta continuando nell' opera di distruzione del Paese. Pochi capirebbero la mossa. E una battuta d' arresto in Emilia e - a nostro avviso - soprattutto in Calabria lo metterebbe in difficoltà. E in Calabria al momento non c' è neppure il nome del candidato Presidente. di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

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