Povera giustizia

"Abu Omar è un terrorista"Dieci anni per condannarloe lui ora è in Egitto

Matteo Legnani

Per l'affaire Abu Omar sono stati condannati in tanti tra uomini dell'Fbi e dei servizi segreti italiani. La giustizia italiana, infatti, si è occupata prima della vicenda del rapimento dell'ex imam della moschea milanese di viale Jenner, e solo dopo dei reati da lui commessi e per i quali era stato "prelevato" dai servizi di sicurezza Usa. E così oggi, mentre il gup di Milano Stefania Donadeo lo condannava al termine di un processo con rito abbreviato a 6 anni di carcere con l’accusa di terrorismo internazionale (mica bruscolini per i quali attendere la bellezza di 10 anni), Abi Omar se ne stava comodo a casa sua, in quel di Alessandria d'Egitto, a duemila chilometri da viale Jenner.  L'ex imam doveva rispondere di aver fatto parte tra il 2000 e il 2003,  assieme ad altri 13 stranieri (molti dei quali già condannati in via definitiva, ma lui no, eh) di una associazione che aveva lo "scopo di compiere atti   di violenza con finalità di terrorismo in Italia e all’estero   all’interno di un’organizzazione sovranazionale".  Dall'Egitto lui replica di "non aver mai fatto parte di   un’associazione terroristica". Potrebbe anche dichiarare bellamente il contrario, tanto sa che in una prigione italiana non ci finirà mai.