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Travaglio e Feltri, la strana alleanza contro Merlo

La penna di Repubblica nel mirino dei due giornalisti: chi di gogna ferisce, di gogna (grillina) perisce

Matteo Legnani
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Una strana "alleanza" quella che si è costituita oggi sulle prime pagine di due giornali che più diversi non si può...Il Fatto quotidiano e Il Giornale. Dove Marco Travaglio e Vittorio Feltri mettono nel mirino il collega di Repubblica Francesco Merlo, finito Ieri nella gogna 5 Stelle per aver difeso a spada tratta (forse un po' troppo "tratta") la collega de L'Unita Maria Novella Oppo, assurta agli onori delle cronache come primo giornalista-bersaglio sul blog di Beppe Grillo. Penna avvelenata e inacidita, guarda caso, da quando è passato dal Corriere della Sera a Repubblica, Merlo è stato a sua volta subissato di insdulti dal popolo grillino come 24 ore prima la collega del giornale che fu di Gramsci. Lo stile di Travaglio e e quello di Feltri sono ovviamente assai diversi. Il vicedirettore del Il Fatto, da portavoce grillino quale è diventato da almeno un paio d'anni, la butta come al solito sull'insulto: "Il Merlo (sic, ndr) tiene a precisare sulla prima pagina di Repubblica che tra le vittime della 'gogna di Grillo' c'è anche lui. Mo' me lo segno, direbbe Troisi". E poi giù: "Peso piuma del cicisbeismo specializzato nell'attaccare le opposizioni", "maestrino di bon ton", "Rushdie de noantri", ""Linosotis catanese", "protomartire cerchiobottista" e infine, non bastasse, "paraculo". Feltri, al badile travagliesco, preferisce il fioretto. E dopo aver raccontato gli esordi di Merlo al Corriere, ne ricorda il trasferimento a Repubblica: "I suoi articoli erano cambiati, con una punta di acidità che non sospettavo potesse fuoriuscire dalla sua penna aggraziata" scrive Vittorio. E ancora: "Niente di grave: siamo tutti faziosi e tutti schiavi dei pregiudizi. Il problema è che seguendo più la convenienza che la logoca, pieghiamo le nostre frasi all'esigenza intima di essere coerenti con la linea del giornale piuttosto che con la nostra coscienza della realtà. Merlo, come tutti quelli che badano all'estetica scambiandola talvolta per etica, ha attirato su di sè molte antipatie. Se ne faccia una ragione". Cioè: chi di spada ferisce, di spada perisce. E amen.

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