Briatore dice No a Renzi: "La staffetta sa di stantio"
L'imprenditore, che ha sempre speso buone parole per il sindaco di Firenze, ora cambia registro: "Cadrà anche lui nei vecchi riti di palazzo"
Flavio Briatore, ha sempre affermato che Matteo Renzi era un politico di professione degno di stima e che la mossa di andare a parlare a Silvio Berlusconi (s'intende il "patto del Nazareno" sulla riforma elettorale) fu ottima. Mister Billionaire si spinse anche a dire che "per votare Renzi potrei iscrivermi al Pd" (erano i tempi delle primarie truccate in cui per scegliere l'allora rottamatore era necessario prendere la tessera di partito). Una lunga serie d'elogio, dunque, che si interrompono bruscamente dopo la repentina ascesa di Renzi a Palazzo Chigi, grazie a una manovra di Palazzo con cui è stato disarcionato Enrico Letta. Come riporta Il Messaggero di venerdì 14 febbraio, che ha interpellato diverse personalità sulla cosiddetta "staffetta", la scelta di Matteo di dare la definitiva spallata al dimissionario Letta non è andata proprio giù all'imprenditore piemontese. Matteo, sei fuori... - "Da sempre apprezzo il coraggio e lo stile di Matteo - ammette Briatore - ma la staffetta fra il sindaco e Letta senza passare dalle elezioni mi sembra un'operazione molto rischiosa che sa di vecchio e stantio". E' un Briatore deluso, insomma, che oggi non si ritrova in quel Matteo giovane con tutto il futuro davanti, come diceva qualche mese fa. Renzi, con un colpo di mano, ha "anticipato" il futuro, ha brucato le tappe. "Non vorrei che adesso - conclude Briatore - cadesse anche lui nei vecchi riti del Palazzo: per chi arriva da fuori, per il forestiero, Roma è come una ragnatela che ti cattura e ti ingloba. Se Renzi cade in quella trappola, è finito".