Due fuochi

Coronavirus, Toni Capuozzo e la fuga abortita da Milano: "Voglio sentirmi libero"

Toni Capuozzo aggiorna di ora in ora il suo diario da una Milano in preda al coronavirus. Il giornalista, sul suo profilo Facebook, mette in luce tutti gli aspetti ormai mutati della quotidianità. "Quello che è successo ieri - spiega nell'incipit del suo ultimo post -, l’assalto ai treni e alle autostrade, la fuga da Milano, aiutata dalla disastrosa comunicazione di un decreto, è comprensibile, ma ingiusto. Da questa guerra si esce solo bloccando il contagio. E lo si può fare solo evitando di muoversi". Ma il consiglio arrivato a lui, immunodepresso, è un altro. La sua famiglia, infatti, gli ha vivamente detto di andarsene.

"Un consiglio di famiglia – una famiglia in cui io sono il fragile, perché immunodepresso e vecchio – mi ha affettuosamente suggerito di andarmene, perché, senza che me lo dicessero, non sono di grande aiuto e posso diventare un peso. Mi hanno aiutato a prenotare un’auto per tornarmene nel mio Friuli, contando sul fatto che un tesserino di giornalista e una lunga storia di posti di blocco evitati mi avrebbe aiutato a farlo. Sono andato all’autonoleggio, e l’impiegata mi ha raccontato dell’assalto della notte". Capuozzo ce l'ha fatta, è riuscito a noleggiare l'auto per "sentirmi libero di farlo in qualunque momento, e per girare come con uno scafandro la città che non avevo mai sentito così mia fino a quel momento". E lì, forse ha cambiato idea, niente fuga.