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Coronavirus, Roberto Burioni e l'immunità di gregge: "Non ha senso, una questione di reinfezione e vaccino"

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Roberto Burioni fa chiarezza sull’immunità di gregge, argomento salito alla ribalta dopo che è stato utilizzato da Boris Johnson per comunicare che il Regno Unito non chiuderà per contrastare l’emergenza coronavirus. Il noto virologo spiega perché non ha alcun senso parlare di immunità di gregge dal punto di vista scientifico: “Vale quando c’è una comunità che è composta per lo più da persone immuni, impedendo la trasmissione del virus. Succede ad esempio quando vacciniamo tante persone al morbillo, le comunità diventano più resistenti”.

Ma perché per il coronavirus non esiste l’immunità di gregge? “Prima di tutto - sottolinea Burioni - non sappiamo ancora se chi ha preso il Covid-19 ed è guarito è poi protetto da una successiva reinfezione. E poi noi non abbiamo ancora il vaccino contro il corona. I virus non si auto eliminano, il morbillo o il vaiolo se ne sono andati quando abbiamo cominciato a fare il vaccino. Quindi per immaginare un’immunità di gregge bisogna prima avere il vaccino”. Burioni conclude affermando che parlare di questo argomento “semplicemente non ha alcun senso. Dobbiamo stare a casa e combattere il coronavirus con le armi che abbiamo, ovvero con l’isolamento. Il contagio è nelle nostre mani”. 

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