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Franco Bechis contro Borrelli e Brusaferro: "Come Totò e Peppino, ma c'è poco da ridere. Mi fanno tremare"

Il vicedirettore di Libero vittima di sei furti

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L'attacco firmato da Franco Bechis ad Angelo Borrelli, capo della Portezione Civile, e Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di Sanità, è di quelli pesantissimi. Viaggia su Il Tempo, dove il direttore di fatto si schiera con Attilio Fontana e Giulio Gallera, ovvero con chi dalla Lombardia accusa Roma di falle e incapacità nella gestione dell'emergenza. E per sferrare il suo attacco, Bechis riprende le parole dei due che più lo hanno inquietato: "L'altra sera sia l'uno - Angelo Borrelli - che l'altro - Silvio Brusaferro - mi ha fatto saltare sulla sedia dallo stupore. Borrelli rispondendo a una domanda ha detto (letterale): Il fatto che il coronavirus sia in qualche modo anche contagioso.... Brusaferro invece ci ha spiegato che si, anche un uomo giovane, di 39 anni, è morto in casa, ma aveva fattori di co -morbosità, corne diabete, corne obesità e anche altre tipologie di disturbi che caratterizzavano la sua vita prima di contrarre l'infezione".

Dunque il direttore analizza e riprende: "E sulle prime ho tremato, perché noi nel momento più drammatico della nostra storia siamo nelle loro mani. E sembra di essere nelle mani di Totò e Peppino: uno che ci racconta che non si muore di un virus micidiale, ma per la pancia abbondante, l'altro che dopo un mese in cui avrebbe dovuto alzare ogni barriera possibile contro il contagio ci racconta che si, forse, in qualche caso questo virus potrebbe anche essere contagioso". Insomma, Bechis spiega di non avere "dubbi sulla veridicità delle amare accuse rivolte ieri a Borrelli dall' assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Giulio Gallera". 

Bechis ci va giù duro, in un mix di preoccupazione e sdegno: "Siamo nelle mani di Totò e Peppino (ah, già... anche di quello che si crede la reincarnazione di Winston Churchill e più prosaicamente si chiama Giuseppe Conte). C'è poco da ridere però, perché il dramma è sulla pelle di tutti e non siamo affatto vicini a una svolta e nemmeno a un giro di boa, visto che l'epidemia è tragica nel Nord dove non ci sono più posti per curare i malati e nemmeno camere mortuarie dove portare chi non c'è più, ma a Roma e nel Sud l' infezione esploderà dalla prossima settimana", conclude il direttore.

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