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Coronavirus, Enrico Letta: "Questa Ue corre un pericolo mortale. Il Mes? Sì, a certe condizioni"

Enrico Letta

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Enrico Letta è un europeista convinto. Ma l'Europa ai tempi del coronavirus non è la sua. Lo scrive il Corriere della sera  che intervista oggi proprio l'ex premier. "È triste dirlo, ma i Paesi che frenano sugli aiuti, come Olanda, Germania e Svezia, sono quelli ancora aperti perché non hanno visto i cortei di bare. I governi del Nord Europa devono imparare la lezione e muoversi per tempo, senza aspettare. Mi preoccupa questa drammatica carenza di leadership. Sbaglia Angela Merkel. L'ho sempre molto stimata, ma  quello che sta succedendo è tremendamente in linea con la crisi del 2008. Siamo di nuovo lì, al tabù tedesco del deficit, dell' inflazione e della mutualizzazione del debito. 

 

 

L'ex premier propone all'Ue una sua soluzione:  "Mettere in campo una proposta comune che dia vantaggi a tutti e sia finanziata da tutti, per arrivare a un grande scudo europeo che protegga imprese, lavoratori, famiglie. Sono favorevole agli eurobond, che i nordici non vogliono perché pensano di dover pagare il nostro debito. Ma si possono fare senza trasferimento di soldi da loro a noi. Dobbiamo, insieme, costruire uno strumento europeo per battere la crisi". Letta, come il commissario europeo Gentiloni e il deputato di Italia viva Marattin, è favorevole al Mes. "Ha in cassa 410 miliardi e le regole di ingaggio si possono cambiare. Non poterlo nemmeno citare, a causa di una propaganda schizofrenica che ha avvelenato i pozzi, è un assurdo tabù nominalistico", conclude. Insomma, anche Letta si schiera tra coloro che pensano al Mes.

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