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Guido Crosetto, "spie" russe in Italia? "Mosca minaccia un giornalista italiano, inaccettabile"

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Russia e Italia ai ferri corti? Il ministero della Difesa russo ha scritto su Facebook una lettera indirizzata alla Stampa in cui accusa il giornale di aver pubblicato una serie di articoli bollati come non veritieri riguardo agli aiuti inviati da Vladimir Putin nel nostro Paese per fronteggiare l’emergenza coronavirus. La questione gira tutta intorno a tre inchieste firmate da Jacopo Iacoboni, dove si sostiene che le forniture russe siano per l’80 per cento inutili, che un contingente esperto in guerra batteriologica si stia dispiegando nell’area di Bergamo senza che sia stato riferito dalle autorità italiane. E, infine, in un altro articolo si sostiene che tra i medici militari russi inviati in Italia si siano infiltrati anche ufficiali dell’intelligence. Dichiarazioni che non sono piaciute al Cremlino, tanto che il  generale Igor Konashenkov è voluto intervenire: "La Stampa nascondendosi dietro agli ideali della libertà di parola e del pluralismo di opinioni, nei suoi articoli manipola i fake russofobi della peggior specie dell’epoca della guerra fredda, citando non meglio definiti “pareri” di anonime “fonti altolocate”. Nel farlo, La Stampa non disdegna di far ricorso a qualunque invenzione dei propri autori, seguendo le linee guida dei manuali di propaganda antisovietica, a quanto pare, non ancora marciti".

 

 

E ancora: "Per quanto concerne i committenti veri della campagna mediatica russofoba di La Stampa, che ci sono noti, consigliamo loro di imparare un’antica saggezza: Qui fodit foveam, incidet in eam (chi scava una fossa al prossimo ci finirà prima)". Una massima che ha scatenato l'ira degli italiani. Tra questi quella di Guido Crosetto: "Con tutto il rispetto e la riconoscenza nei confronti dei medici e del personale militare russo che ci sta aiutando in Lombardia - scrive su Twitter il coordinatore nazionale di Fratelli d'Italia - con professionalità e dedizione, a nessun paese straniero può essere permesso di minacciare un giornalista od un quotidiano italiano. A nessuno, mai". 

 

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