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Minoli: "No a una Mani Pulite dei virologi. Non vorrei colmassero un vuoto di potere"

Giovanni Minoli

Francesco Specchia
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E se lo spirito del tempo tornasse sui suoi passi? Se il Coronavirus fosse il riciclo di Mani Pulite e gli infettivologhi colmassero un vuoto di potere?

 Caro Giovanni Minoli, tra i padri storici della televisione ora dal suo pulpito radiofonico (Il Mix delle Cinque, Radio 1 Rai) lei disvela questa lettura storica. Sicuramente è inedita, ma non è un tantino bizzarra?

“No, invece. Lo scontro fra virologi che si contraddicono reciprocamente, specie in tv, è importante. Nel vuoto creato dal contagio sono loro e gli epidemiologi che hanno preso il potere; e, di fatto, guidano il governo centrale e regionale. Sono divisi tra loro: c’è chi vorrebbe tener chiuso il Paese per sempre e chi vuole aprirlo gradualmente. Nei loro scontri, negli onnipotenti comitati scientifici, si è spesso evocato l’intervento alla magistratura. Che poi, infatti, è arrivata. Per certi versi anche fortunatamente. Ed ecco la strage dei vecchietti che movimenta la folla dei parenti delle vittime in cerca legittimamente di giustizia, ma soprattutto i magistrati in cerca del colpevole”

 

 

 

Lei attribuisce, nel mezzo della pandemia, al Pio Albergo Trivulzio, la casa di cura per anziani milanese da cui sono partite altre 12 inchieste, un potente significato simbolico. Perché?

“Il punto di partenza è una strana, incredibile coincidenza tra l’epoca del Coronavirus e quella di Mani Pulite. Pensaci. La nuova inchiesta nasce dal luogo- simbolo del ’92, da Pio Albergo Trivulzio; e da lì che la magistratura da un po’ di tempo sopita, ora torna in campo. Ci stiamo avviando ad una stagione di accuse, di rivendicazioni e di class action. Il Trivulzio è come fosse un marchio d’infama, un crocevia simbolico tra bene e male”.

Tra l’altro, nella commissione d’inchiesta sul Trivulzio, il sindaco di Milano Sala si affida a Gherardo Colombo, già componente del pool “Mani Pulite” che accese Tangentopoli proprio da lì: il 17 febbraio 1992 venne arrestato Mario Chiesa. Inquietante coincidenza anche questa?

“Non è un caso che sia stato richiamato Colombo dalla pensione, a garantire la trasparenza ed il buon esito delle indagini proprio partendo dal Trivulzio. Una specie di rinnovato emblema di caccia al male. La speranza è che, nella furia delle indagini, qui, non si arrivi a perdersi nella caccia ai veri eroi di questa stagione buia, ai medici; se ne contano, per ora, 180 che hanno perso la vita nella trincea del contagio. Non mi sembrerebbe il caso…”

Quindi è d’accordo con Ernesto Galli Della Loggia che sul Corriere della sera sostiene che questa quarantena da Covid19 stia costruendo profonde diseguaglianze, nella scuola, nelle sanità, nella sicurezza sul lavoro?

“E pure diseguaglianze fra chi ce lo può e non ce la può fare. Risalta un particolare: la nuova strage degli innocenti è la strage dei vecchietti. Negli Stati Uniti s’è raggiunto l’apice di una tendenza: chi ha più di 60 anni e si ammala di Coronavirus non viene più neanche intubato, lasciato al proprio destino. Cosa che in Italia sembrava normale potesse consumarsi nei lager di alcune Rsa”

Crede nell’aiuto dell’Europa (la presidente Ue Van Der Leyen dice di scusarsi con l’Italia, ma di aiuti concreti finora, pochini)?

“Dall’Europa solo parole di circostanza. Così come, parliamoci chiaro, dalle istituzioni italiane. Il governatore veneto Luca Zaia dice che le aziende, quando riescono ad accedere ai fondi di garanzia, in realtà, alla fine, chiedono il solito prestito (magari con mutuo un po’ più garantito), con gli interessi. In pratica, non cambia nulla. Nel ‘Cura Italia’ non c’è una soluzione alla tedesca, con i soldi che fanno direttamente nelle tasche dei cittadini, nonostante ogni sera ci comunichino soluzioni in stile comunicativo da Grande Fratello”.

 Si parla di vari aiuti economici costellati da sigle: Mes, Peep, super-Qe, Recovery fund, fino all’Helicopter Money ossia soldi diretti nelle tasche dei cittadini. Qual è la soluzione migliore?

“Io non sono in grado dirlo. Ma qualunque decisione che prevede di mettere i soldi direttamente sui conti correnti degli italiani è bene accetta”.

Dalla pandemia nascono vari retropensieri, per esempio che possa dare una spinta a cambiare gli equilibri geopolitici..

“Non sono per i retropensieri. Ma, certo la Cina ci ha donato il virus, ha omesso e taciuto; e ora potrebbe arrivarci la seconda ondata. Ci hanno raccontato un sacco di balle. Qualcuno ci dovrà, prima o poi, dare spiegazioni. E negli Usa, in una settimana si è bruciato -quanti, 10, 20 milioni?- un numero impressionante di posti di lavoro. E queste, diciamolo, sono le premesse per un possibile crollo di Trump che organizzava la sua rielezione proprio sulla crescita dell’economia ora è in caduta libera. Ha quattro mesi per recuperare, sarà difficile”

In Italia ora abbiamo la task force di Vittorio Colao. Qualcuno teorizza che potrebbe addirittura sostituire Conte a Palazzo Chigi. Ci crede?

“Di Colao non si capisce ancora il ruolo, figuriamoci se penso a lui capo di un governo ombra o, peggio, di un governo tecnico. Per ora Colao non ha poteri. E’ un semplice consulente, uno dei cento di cui -all’incirca- si circonda il premier. Semmai c’è da chiedersi, con questa pletora di superesperti, quanto non ne sappia Conte”

Lei si occupa anche di green e ambiente sul National Geographic. Come la pandemia potrebbe modificare lo sviluppo del settore?

 “Da un lato alcuni aspetti, come l’energia pulita o la sharing economy subiranno delle frenate. Dall’altro se uno osservava la Cina dal satellite prima del Coronavirus, la vedeva avvolta nello smog; oggi è sovrastata da cieli limpidissimi. Da qui, anche in Cina si stanno chiedendo se sia il caso di trovare un equilibrio fra l’inquinamento e un’affannosa produzione industriale e il diritto alla salute. Da noi questa tematica già è stata affrontata con l’Ilva: Taranto è stato il centro studi del mondo”.

 

manager“Non necessariamente. Qui la questione diventa filosofica. Questo stop ci da modo di riflettere sul rallentamento delle decisioni, sul fatto che non tutto quello che è nuovo sia giusto. Oggi tutto va valutato meglio. Non è del tutto un male…”

 

 

 

 

 

 

 

 

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