Cerca
Cerca
+

Samuel Stern, il fumetto horror che salvò l'editoria dal Covid

 Il primo numero di Samuel Stern

Casi editoriali

Francesco Specchia
  • a
  • a
  • a

Può un fumetto horror tentare di risollevare le sorti delle edicole -piccoli grandi mondi vicini all’implosione- battute dal Covid19 e massacrate da Amazon? Può un emulo di Dylan Dog con cotè esorcistico alla Padre Amorth spingere torme di lettori stanchi verso i chioschi sempre più simili a camposanti della carta stampata?

E’ quello che mi sono chiesto sfogliando Samuel Stern (pp 100, euro 3,50) nuova serie editata da una casa editrice romana assai coraggiosa, la Bugs Comics che, di fatto, in assoluta controtendenza e in tempo di Coronavirus, ha spinto centinaia di lettori incuriositi verso gli edicolanti, evitando di passare da Amazon, dalle librerie e dai negozi specializzati. E ricreando la cara e antica filiera della carta. Samuel Stern creato dagli sceneggiatori Gianmarco Fumasoli e Massimiliano Filadoro, è un horror diciamo tradizionale, con atmosfere che derivano un po’ da Dylan Dog molto da Outcast di Kirkman, con qualche richiamo alla serie tv Supernatural in cui i due fratelli Winchester passano il proprio tempo a dare la caccia ai demoni. Anche Samuel Sterne barbuto e rossiccio restauratore di libri antichi (e qui la citazione è a Dampyr) ad Edimburgo incappa in incubi e possessioni diaboliche aiutato da un sacerdote che mena le mani come i vecchi personaggi talari di Spencer Tracy. C’è stato dunque un momento in cui gran parte dei lettori e degli editori di comics, attraverso un tambureggiante passaparola, hanno ripristinato le sane abitudini della vendita al dettaglio di albi destinati ad essere seppelliti dalle tecnologie. L’opera editoriale e lo slancio commerciale di Fumasoli e soci è lodevole, dunque: hanno lanciato un’attività legata alla cultura in piena bufera, cosa che avevano tentato mesi prima con la rivista Mostri che ebbe poca fortuna. Poi, certo i temi di Samuel Stern non sono inediti. Nelle varie storie -che si chiamino Il nuovo incubo, Il mausoleo nero o L’isola dei perduti presentate da copertine che richiamano incubi e colori fiamminghi- il protagonista si ritrova al centro di cimiteri ingolfati di spettri inquieti, di ragazzine che evocano in tutto e per tutto la Linda Blair de L’Esorcista, di sacerdoti perennemente convertiti al culto del Maligno, di poveri diavoli che in fondo non sono poi così cattivi. Beninteso: tutto ben scritto e discretamente disegnato, ma nulla che non si possa trovare in un albo della Sergio Bonelli Editore. Anzi, a ben vedere le affinità con Dylan Dog sono più di una, e non si tratta di un semplice omaggio.

E forse è questa la sottile operazione editoriale: attingere alla nicchia dei delusi di quelli che i fumettari chiamano “i primi cento numeri” di Dylan Dog, il vero capolavoro dell’editoria degli anni 90. Operazione apprezzabile ma complessa…

Dai blog