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Massimo Giletti, addio Non è l'Arena? "Scendere in campo, non lo escludo": seconda conferma in sette giorni

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"Voterò sì". Massimo Giletti senza indugi svela le sue intenzioni in vista del referendum grillino sul taglio dei parlamentari. "Un voto convinto. Credo che il sì abbia un alto valore simbolico, anche se deve essere inserito nel contesto di una riforma elettorale energica". Sul rischio della non rappresentanza di alcune zone con la vittoria del sì, Giletti è chiaro: "Qualcuno mi deve spiegare come mai gli Stati Uniti con 330 milioni di abitanti sono gestiti da 400 parlamentari e noi ne abbiano oltre 900 con 60 milioni di abitanti. Tagliarli non risolve ma è un messaggio importante. Il problema non è il numero, ma la competenza dei politici. Da qui bisogna ripartire. E poi francamente risparmiare mezzo miliardo a legislatura non mi sembra poco, e i calcoli li ha fatti il professor Perotti della Bocconi non io".

 

 

Il 27 settembre tornerà in tv sul La7 con "Non è l'Arena". Il conduttore ha invitato per la prima puntata il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede con cui ha polemizzato sulla scarcerazione dei boss mafiosi per l'emergenza coronavirus: "Una sua risposta arriverà in questi giorni. Sarebbe giusto anche per lui. Credo debba delle spiegazioni. Mi fece una telefonata privata quando ricevetti le minacce dei boss mafiosi e io gli contestai che doveva essere un messaggio pubblico. Lo sto ancora aspettando. Affrontare Bonafede, fare una battaglia contro quella che ritengo una ignominia, la scarcerazione di boss al 41 bis e di centinaia di detenuti all'alta sicurezza, dimostra che non guardo in faccia nessuno".

E ancora, Giletti riprende: "Abbiamo fatto vacillare un governo. Quando mi dicono che la tv non incide... Abbiamo fatto dimettere il capo del Dap. Noi probabilmente non facciamo solo opinione, ma anche fatti". Parla come un politico, gli fa notare il giornalista della Stampa. Insomma si darà alla politica? "Non mi precludo nulla", sgancia la bomba Giletti aprendo la possibilità a un suo impegno politico (per la seconda volta in una settimana).  "Oggi le differenze tra destra e sinistra sono saltate. Le ideologie non ci sono più - riprende il conduttore - . L'importante non è dove stai ma avere la possibilità di incidere. L'esperienza di Lilli Gruber e di Michele Santoro lo testimonia. Sono stati usati dalla politica icone e portatori di voto, ma non hanno inciso. Io a questo gioco non partecipo. Ma credo comunque di fare già politica, con la trasmissione la stimoliamo dando voce a cittadini che non ne hanno la forza", conclude Giletti. Insomma: presto in campo? E nel caso, con chi?

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