Cerca
Logo
Cerca
+

Flavio Briatore, Roberto Alessi: l'incontro al ristorante, come è cambiato dopo il coronavirus

Roberto Alessi
  • a
  • a
  • a

Eccomi al Baretto di Milano, da Vincenzo, risotto sublime, una parmigiana che accarezza non solo il palato, ma anche l'anima. Nella penombra delle luci soffuse del giardino, tra gli ospiti - solo i congiunti sono vicini - c'è Francesco Caltagirone, che abbaglia nel buio con i suoi occhi turchesi esagerati. C'è Tommaso Buti, un tempo fidanzato con Beatrice Borromeo, oggi signora Casiraghi. Svetta in classe e bellezza l'ex top model Laura Morino con il marito dal fascino esagerato Adriano Teso. Ecco tra gli alberi arrivare uno più alto di tutti, cappello, chioma candida, occhiali azzurri, mascherina chirurgica. «Ma è Flavio Briatore?», chiedo. «Sì, è lui». E Flavio si va a sedere al tavolo proprio di Buti, da sempre suo amico, seduto con altri signori dai nomi meno noti.

 

«Scusa non ci vedo niente la sera», mi dice poi Briatore chiamandomi al telefonino, salutandomi. Fino a pochi giorni prima era a casa di Daniela Santanché, che lo ha ospitato per la quarantena, era positivo al Covid, poi il primo tampone, negativo, quindi il secondo, negativo. Vederlo tornato alla vita, al di là di chi lo ama (tanti) e di chi non lo ama (tanti), rassicura: il Covid si può superare. «Ho avuto la broncopolmonite mesi fa», mi ripete come un mantra. «È stato peggio, molto peggio. Dobbiamo imparare a vivere con il Covid finché non arriva un vaccino efficace. Ma dobbiamo anche cercare di vivere, appunto, senza trasformare questo problema, anche se grave, in un'ossessione». Come? «Distanziamento» (al suo tavolo lui era staccato più di tutti gli altri commensali), «Mascherina» (l'ha indossata anche a tavola, prima che arrivasse la sua ordinazione), «Gel tenuto in tasca» (là dove un tempo aveva le sigarette, dimenticate spero per sempre).

Oggi quelle sono le sue armi, le armi di tutti, quasi di tutti, ma che lo devono diventare. Parliamo anche di Elisabetta Gregoraci al GfVip. È una scelta che lui proprio non condivide. La maglia di suo figlio in un reality per mesi. «È una sua scelta, è libera. Io non ci metto mai il naso sul suo lavoro», taglia corto. Come lui sono in tanti ad essere usciti dal Covid e che sono tornati a combattere nella vita. Ricordo Berlusconi («La cosa più terribile che mi sia capitata e me ne sono capitate tante sul fronte della salute»), Daniele Scardina, che è tornato a Ballando con le stelle, Giuliana de Sio (curata per un mese di ricovero allo Spallanzani, l'eccellenza di Roma). Sì, si può ricominciare bene, ma proprio per non ricominciare invece sul fronte delle malattie, diamoci una regolata.

 

Vado al bar dell'Hotel Bulgari e vedo ragazzi abbarbicati l'uno sull'altro, anche solo amici, come cozze. Incrocio una compagnia di adolescenti, sembrano una mandria accalcata, su dieci solo uno porta la mascherina e, stupidamente, mi sembra il più sfigato, come lo sembrano sempre quelli che stanno alle regole giuste e obbediscono alla mamma. Ci aspettano mesi duri, noi siamo a 1.500 contagi al giorno, in Francia, dove hanno fatto gli splendidi, a 10mila. Cerchiamo di essere tutti, ma proprio tutti, più sfigati come quel ragazzino che obbedisce e potremo diventare di nuovo in più fighi di tutti. Toccando ferro. 

Dai blog