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"Il mio Predestinato, candidato fake alle Presidenziali"

Alessandro Nardone

Esce il nuovo libro di Alessandro Nardone, l'uomo che con un personaggio totalmente inventato stava beffando gli elettori americani

Francesco Specchia
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Cosa succederebbe se un candidato -fake- si candidasse alla Casa Bianca come vice di Donald Trump prima dello scoppio del Coronavirus, e magari con l’aiuto dell’ideologo Steve Bannon, riuscisse a contenere la pandemia che viene dalla Cina (attaccando i cinesi nemici del mondo)?

Questa è la trama de Il Predestinato 2 – Il grande risveglio, il nuovo libro del comasco Alessandro Nardone (Orwell Company) che catapulta il lettore dentro le grandi elezioni Usa attraversate dal Covid. Ma che nel contempo dà modo a Nardone di evocare, se non proprio replicare, un esperimento mediatico chel' ha catapultato  sulle principali tv americane rilanciate da un amplio reportage di Bbc News World. “Col primo libro, Il Predestinato, alle primarie Usa del 2016 decisi una strategia di marketing inedita e ai limiti del legale: registrai  in Usa dominio Alexanderson2016.com. Su quel sito barocco a tinte rosse e azzurre, scrissi la biografia del mio personaggio, il candidato indipendente per i Repubblicani Alex Anderson. Nato nel 1976 a Los Angeles, dopo essersi laureato a Yale e aver lavorato come procuratore, nel 2012 è stato rieletto al Congresso nel distretto della California…», dice Nardone. Che, così facendo, innesca quasi involontariamente una beffa mediatica da cui viene travolto. Il fittizio candidato Anderson, con simpatie evidentemente trumpiane, lancia un suo programma («Meno tasse per tutti»), le sue parole d'ordine («Job, opportunity, change») e il suo slogan («America is now»), con tanto di onnipresente bandiera a stelle e strisce. Il capolavoro lo compie con il video in cui comunica agli americani la sua discesa in campo. E, un po’ italenglish si lancia sui social, accendendo una campagna elettorale che è mix perfetto di musica rock, filtri stile Instagram e hashtag in sovraimpressione.

Sembra dannatamente autentica la scena in cui Alex (cioè Nardone stesso), arriva davanti al suo seggio in sella a una Harley Davidson stringendo una bandiera americana, e scende e viene sommerso dagli abbracci dei suoi sostenitori: cinesi, latinos, americani. «In verità eravamo nel bar All in di Como, quello in cui faccio colazione. I miei "fan" erano i colleghi dello staff di pulizia del Casinò di Campione, tutti di diversa nazionalità», spiega Alessandro. «Ho passato intere notti davanti al pc a montare quel video». Ma il bello è che tutti, oltreoceano, cominciano a prenderlo sul serio. Finisce nella lista dei candidati ufficiali del partito dell’Elefantino. Gli chiedono di partecipare ai talk. Lui va in America e, intanto, da giornalista (è cronista ed editore del sito Orwell) scrive reportage. Finché, il 12 marzo 2016 in diretta alla Bbc non rivela la beffa in stile Orson Welles e i marziani.

Da lì Nardone vive da inviato nel cuore delle grandi inchieste –anche per grandi testate come Vanity Fair.  E’ stato autore di un accurato reportage sull’origine del virus che lo ha visto tra i primi in Italia a ipotizzare che la comunità internazionale possa avanzare una richiesta di risarcimento danni alla Cina. Ed ha sul serio intervistato in diretta Steve Bannon, l’ex capo stratega di Trump alla Casa Bianca, dialogando principalmente di questi temi e che, non a caso, è anch’egli tra i personaggi del “Predestinato 2”. Nel libro non c’è che un anticipo del reale…

 

 

 

 

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