Maxi-sequestro

Vittorio Sgarbi rinviato a giudizio per associazione a delinquere: "Autenticate opere d'arte false"

Vittorio Sgarbi rischia il processo per associazione a delinquere finalizzata alla contraffazione di opere d'arte. I fatti riguardano un'indagine del 2018 quando la guardia di finanza arrestò due persone e nel cui procedimento erano state indagate venti persone tra cui il critico d'arte. La vicenda è legata alla certificazione di alcuni lavori riconducibili al pittore e sculture di origini marchigiana Gino de Dominicis, morto nel 1998.

Sgarbi certificò tra il 2004 e il 2005 alcune opere d'arte come autentiche. Lo scorso gennaio Sgarbi ha  commentato così la vicenda:   "Le opere sono tutte autentiche e gli unici falsi sono i magistrati che con esperti incompetenti dichiarano false opere autentiche creando un danno grave all'arte e all'artista. Sono felice di essere processato per poter dimostrare che i giudici sono falsi. Chiederò comunque che giudichi la mia posizione il Parlamento perché le mie opinioni sono assolutamente vere". Nel novembre di due anni fa, su disposizione del gip, furono sequestrate oltre 250 opere considerate contraffatte per un valore di oltre 30 milioni di euro.

 

 

Il nucleo di nucleo di Tutela del patrimonio artistico dei carabinieri li ha ritenuti falsi e  ne sono convinti  anche i pm di Roma che ora hanno chiesto il rinvio a giudizio per Sgarbi il suo ruolo di presidente della Fondazione Archivio Gino De Dominicis di Roma, la violazione dell'articolo 178 lettera C del codice dei beni culturali e del paesaggio. Alcuni quadri ritenuti falsi sarebbero stati stimati tra i 20 mila e i 160mila euro.