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Lamberto Dini sfrattato dalla Banca d'Italia: "Il suo alloggio deve tornare sul mercato"

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Lamberto Dini messo alla porta. L'ex premier è stato sfrattato dalla Banca d'Italia dall'attico dall’attico del palazzo di Piazza Fontanella Borghese nel pieno centro di Roma. Si tratta però di un semplice ato dovuto dopo la scadenza del contratto d'affitto datata 2018. A nulla è servita l'interlocuzione durata circa un anno, perché all'ex direttore generale di Palazzo Koch è arrivata una lettera. La missiva - riporta Il Tempo - conteneva l’inizio della causa per il rilascio dei locali per finita locazione. Ma niente, Dini ha resistito tanto da portare il caso anche in Tribunale. L'ex presidente del Consiglio non ha infatti alcuna intenzione di salutare i suoi 800 metri quadrati di superficie e 360 metri di terrazze.

 

 

La decisione della Banca d'Italia è legata alla necessità di riqualificare il palazzo. "C’è un pubblico importante che cerca case di prestigio in locazione in zone centrali. Sidief sta ristrutturando il palazzo della famiglia Borghese per mettere sul mercato questo tipo di alloggio. Nessuna vendita, ma riqualificazione e offerta a canoni di mercato garantiti da contratti certi e ben definiti", spiega il suo presidente Mario Breglia. E ancora: "L’affitto è una soluzione che può ripopolare questa fetta di centro storico un po’ trascurata e riconnetterla alle zone più vitali della città". 

 

 

Una sorta di esperimento sociale per unire i cittadini, ma che mette in difficoltà il quasi 90enne Dini. A lui però la Sidief ha già offerto soluzioni alternative di pari valore e pregio. Ma niente, l'ex premier non ne vuole proprio sapere. Per lui queste proposte non sono affatto vantaggiose. L'unica speranza è che l’interrogazione in Parlamento presentata da Maurizio Gasparri (Fi) sulle attività immobiliari di Banca d’Italia produca effetti. "L'interrogazione - ha spiegato l'azzurro - vuole fare luce sulla cessione di un importante ramo d'azienda avente ad oggetto un ingente patrimonio immobiliare, che Bankitalia ha fatto nei confronti della Sidief, società fondata e interamente partecipata dalla nostra Banca centrale. Ho chiesto quindi al Ministro dell'Economia se attraverso questa operazione Bankitalia non si sia sottratta alla norma introdotta nella legge di stabilità del 2014 che prevedeva un programma straordinario di cessione di immobili pubblici e non utilizzati per finalità istituzionali, al fine di destinare il ricavato al Fondo ammortamento titoli di Stato; se la Banca d’Italia, quale ente pubblico, possa finanziare, con le modalità descritte nelle premesse, la Sidief, società di diritto privato e se rientra nelle funzioni della Banca D’Italia svolgere attività di speculazione immobiliare anche servendosi dell’espediente di far eseguire questa attività da società di diritto privato".

 

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