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Donald Trump, ricordate lo "sciamano"? Si rivede dal carcere: com'è ridotto a due mesi dall'assalto in Campidoglio

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Un "gesto d'amore" che potrebbe rovinargli la vita. Jake Angeli, l'uomo noto come "lo sciamano" entrato al Campidoglio di Washington DC il 6 gennaio scorso alla guida degli ultrà di Donald Trump per "occupare" il parlamento americano e immortalato dalle telecamere nelle "sacre stanze del potere" a torso nudo con corna di bisonte in testa, pelliccia e bandiera americana issata su una minacciosa lancia, è in carcere e ha rilasciato, due mesi dopo, la sua prima intervista alla Cbs

 

 

 


"Volevo solo riportare Dio in Senato", ha spiegato il 33enne attivista vicino ai gruppi di QAnon, la rete di negazionisti e teorici del complotto che tanto peso ha nella destra americana, da quando Trump era salito alla Casa Bianca. "Volevo portare lì la divinità, riportare Dio in Senato. Ho cantato una canzone. Ciò è parte dello sciamanesimo, si tratta di creare buone vibrazioni in un luogo sacro", è la versione fornita da Jacob Chansley, il suo vero nome. 

 

 

 

"Chiedo alla gente di essere paziente con le persone pacifiche che, come me, hanno difficoltà a riunire i pezzi di quello che ci è accaduto, è accaduto attorno a noi e a causa nostra". Le loro azioni, assicura, "non erano un attacco al Paese" e ora si mostra pentito di aver ritenuto "accettabile" l'irruzione nel Campidoglio, un momento di guerriglia che per qualche ora ha fatto temere agli Stati Uniti di essere precipitati in uno scenario da guerra civile. Ora però rischia una pesante condanna.

 

 

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