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L'aria che tira, cosa spunta alle spalle di Alessandro Sallusti in tv: "Cos'è quella roba? Ammazza...". Impensabile: Merlino senza parole

 Alessandro Sallusti

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Un esilarante siparietto "gastronomico" è andato in scena a L'aria che tira, su La7. Myrta Merlino è in collegamento con Alessandro Sallusti, dietro il quale intravede un oggetto che attira la sua attenzione: "È un'affettatrice? Cos'è quella macchina stupenda dietro di te?", chiede la conduttrice. "Cosa ci affetti, il prosciutto?". Sallusti, con un sorriso imbarazzato risponde: "Sì, ci affetto il prosciutto. È una Berkel del '43", sottolinea. "Ammazza, che intenditore", ribatte la Merlino.

 

 

Poi, facendosi più serio, il direttore de Il Giornale commenta il tergiversare del governo Draghi sulle misure da prendere rispetto ai contagi. "Non siamo in mezzo al guado, sono cambiate le probabilità di successo, così come l'autorevolezza e l'efficienza degli attori in campo", spiega Sallusti. "Dopodiché ci aspettano delle settimane molto dure, ma tutti gli esperti convergono sul fatto che se si va avanti così tra maggio e giugno dovremmo vedere l'uscita dal tunnel", conclude.

 

 

Sallusti nel suo editoriale di oggi 11 marzo aveva parlato degli "adepti del Contismo" e dell''evangelista Marco Travaglio", "commovente nel ricordare ogni giorno che «quando c'era lui» le cose sì che funzionavano, mentre ora è tutto un casino o un copia e incolla del verbo. Da oggi la sua narrazione avrà una freccia in più all'arco: «Draghi ci chiude in casa come Conte, che bisogno c'era di cambiare il governo?»". Ma la risposta, secondo il direttore "è banale: Conte non ha saputo né aprire né chiudere, lasciandoci tutti in un limbo infettato e infettante, certificato dal bollettino quotidiano di morti e malati; Conte non è stato capace, nonostante i tanti mesi avuti a disposizione, di preparare un piano vaccinale degno di questo nome". E gli italiani "hanno ancora una piccola scorta di pazienza, di accettazione e di fiducia. Ma sono abbondantemente in riserva e non era possibile consumarla girando a vuoto. Conte è il passato e per fortuna non tornerà, con buona pace dei suoi seguaci che già lo vedevano a capo di una grande coalizione giallorossa che in realtà non è mai esistita né potrebbe esistere".

 

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