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DiMartedì, AstraZeneca e la bomba di Concita De Gregorio: "Gira una voce, la dico anche se non sono complottista"

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Un complotto contro AstraZeneca? Ospite in studio da Giovanni Floris a DiMartedì, su La7, è Concita De Gregorio, prima penna di Repubblica che per la prima volta sembra titubare e cedere al dubbio del "retropensiero" e dei sospetti. 

 

 

 

Floris passa ai raggi X il vaccino anti-Covid della società anglo-svedese, stoppato in Italia a causa di alcune morti sospette. "Efficacia al 60%, poi alzata all'82,4%, più bassa degli altri vaccini. Sconsigliato ai soggetti fragili. Una Età raccomandata cambiata più volte, intervallo tra le dosi definito solo dopo l'approvazione dell'Ema e primi testi sulla variante sudafricana rivelano una bassa efficacia. Il dubbio viene no?", domanda il padrone di casa. 

 

 

 



"Il presidente dell'Aifa Magrini - risponde la De Gregorio - ha detto 'Io credo in questo vaccino'. Ecco noi oggi finalmente abbiamo risolto la diatriba millenaria tra fede e scienza, noi dobbiamo avere fede nella scienza". Dietro la scienza, però, c'è un'industria. Ed ecco qua l'inghippo, suggerisce Concita: "Circola la tesi di un complotto, la metto qui anche se non sono complottista. Siccome AstraZeneca è il vaccino low cost, quello che costa meno, che è più facile da esportare nei Paesi poveri e che non possono pagare e quello che ha una multinazionale più debole dietro, rispetto per esempio a Pfizer. E che soprattutto ha l'università, dietro...". "E non ha colossi come Stati Uniti e Russia", aggiunge Floris. "Ecco - riprende il filo del ragionamento la De Gregorio -, AstraZeneca sarebbe vittima dei poteri forti, Johnson&Johnson e Pfizer, che vorrebbero vincere questa partita e toglierla di scena. Io non ho gli strumenti per dire se sia vero. Ma intanto il seme del dubbio è stato seminato 

 

 

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