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Paolo Mieli mai visto: "Deve mandarli tutti a...". Prego? Il raptus: un brutale "consiglio" a Mario Draghi

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"A piccolo passi Mario Draghi inizia a conoscere un mondo che non conosceva". Paolo Mieli non esclude che il nuovo premier, catapultato in politica quasi per caso, potrebbe farsi prendere la mano. E dalla conferenza stampa alla tv il passo è breve. "Se i partiti non ti portano le loro decisioni per tempo - spiega a Tagadà su La7 l'ex direttore del Corriere della Sera -, devi per forza rinviare il consiglio dei ministri e non bisogna dimenticare che di questi ce ne sono due, anzi tre che erano nell'esecutivo Conte (M5s, Pd e Leu) che ne fanno quasi un puntiglio, vogliono dimostrare che non sono cambiati". Ma Mieli nutre un cattivo presagio anche sulle altre forze politiche che, a suo dire, "non vorranno fare a meno di essere come gli altri".

 

 

Da qui un terribile presentimento per il presidente del Consiglio: "Inizieranno le conferenze stampa serali, quelle delle 20.30", che ci riportano al passato, al duo Conte-Casalino. Per questo il premier ha due strade da poter percorrere: "O fa un appello alla responsabilità dicendo 'guardate io ho usanze mondiali, che se si dice alle dieci, le dieci devono essere'". In caso contrario "l'arma di Draghi è andarsene, mandare tutti a quel paese".

 

 

Anche sul caos vaccini Mieli si sente di prendere le difese dell'ex banchiere della Banca centrale europea. "Lui è appena entrato in carica - ha spiegato questa volta a L'Aria Che Tira in merito allo stop di AstraZeneca - è stato coerente e organico ai grandi Paesi europei. Bisogna ricordare che anche Germania e Francia hanno sospeso AstraZeneca, non poteva fare quello che è appena arrivato e si distingue. E poi c’è un discorso di sicurezza, perché se ti capitano tra capo e collo 2-3 morti nei prossimi giorni, poi sei un uomo finito". 

 

 

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