Disperazione

L'Aria che tira, parla lo sciamano della protesta a Montecitorio: "Ho preso parecchie bastonate, perché ero in piazza"

"Sono un po' acciaccato, ho preso parecchie bastonate": inizia così il racconto di Hermes Ferrari, lo sciamano della protesta dei ristoratori a Montecitorio, finita con violenti scontri con la polizia. In collegamento dal suo ristorante a Modena è stato intervistato da Myrta Merlino a L'Aria che tira. "Eravamo 5mila in piazza", ha detto Ferrari. Ma la conduttrice lo ha subito interrotto dicendogli: "Ci sono state scene di violenza, non avevate le mascherine. E facendo così vi siete messi dalla parte del torto". "Purtroppo nei primi tafferugli io avevo una mascherina, poi mi si è strappato un elastico e l'ho tolta. Però devo dire che molta gente se l'è tolta dopo che siamo stati caricati dalla polizia. C'era tanta gente disperata", si è giustificato lo sciamano.

 

 

 

Vedendo le immagini di Hermes con il cappello da vichingo in testa durante la manifestazione a Roma non si è potuto non pensare a Jake Angeli, lo sciamano che aveva animato la protesta a Capitol Hill. Ecco perché poi la Merlino ha chiesto al suo ospite se l'obiettivo dei manifestanti a Montecitorio fosse lo stesso dei ribelli negli Usa, ovvero entrare in Parlamento. "Non volevamo entrare a Montecitorio, non eravamo armati, non avevamo niente in mano - ha spiegato Ferrari -. Volevamo solo dimostrare che eravamo in tanti".

 

 

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Lo sciamano di Montecitorio, poi, ha parlato di sé e del suo ristorante: "Io e mia moglie abbiamo cominciato la nostra attività all'inizio del 2020, quindi siamo stati tra i più penalizzati. I ristori in un anno sono stati 3.200 euro. Avevamo comprato un'attività che fatturava tantissimo, ma adesso abbiamo dei debiti in banca". E così ha deciso di ribellarsi, come lui stesso ha raccontato: "A un certo punto ho visto dei ragazzi disobbedienti in tv che dicevano che avrebbero riaperto la loro attività il 15 gennaio e quindi ho deciso di aderire al movimento Io Apro. Nel buio ho visto una luce".

 

 

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