La sentenza del direttore

Enrico Mentana, Fedez e Pio e Amedeo: "Per la politica signifca solo una cosa". Il direttore la vede grigia

La spinosa vicenda di Fedez al Concertone del Primo maggio secondo Enrico Mentana nasconde una amarissima verità sulla politica italiana. Per una volta, nelle ultime 12 ore, non si parla della presunta censura denunciata dal rapper milanese sul palco, ma si entra nel merito del suo monologo del Ddl Zan. "Se esponenti politici di ogni ordine e grado - commenta su Facebook il direttore del TgLa7 - sui temi della lotta all'omotransfobia, del politically correct e del diritto vaccinale sono costretti a inseguire, copiare, criticare e ripostare Fedez, Pio e Amedeo e Checco Zalone, non significa forse che c'è più vita nel mondo dello spettacolo che sotto il cielo grigio della politica?".

 

 

 

 


La due vicende, peraltro, sono strettamente intrecciate. Fedez è da tempo in prima linea per l'approvazione del disegno di lette contro l'omofobia, contestato dal centrodestra e bloccato in Parlamento (dove la maggioranza è destinata a spaccarsi) perché considerato da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia iniquo in quanto rischierebbe di portare a sanzioni penali chi difende la cosiddetta famiglia naturale. Al Concertone vuole parlare di questo, portando a sostegno della sua tesi frasi di politici di centrodestra. Una scelta che, secondo lui, la Rai avrebbe cercato di contrastare, chiedendogli di tagliare i passaggi più scabrosi. Viale Mazzini ha replicato sostenendo di non aver operato alcuna censura e così in serata Fedez pubblica sui social la telefonata intercorsa prima della sua esibizione con il vicedirettore di Rai3 Ilaria Capitani. Una telefonata però "manipolata e tagliata", sostiene viale Mazzini, scaricando ogni tentativo di eventuale "censura" sugli organizzatori del Concertone, esterni alla tv pubblica. 

 

 

 

 

Seguono prese di posizione indignate di molti politici del centrosinistra, accusati però da molti sui social di aver fatto scena muta in Parlamento, quando c'era da difendere nei fatti il Ddl Zan, e fare la voce grossa ora tra hashtag e condivisioni. Un trionfo del politicamente corretto, insomma, anche perché provare a contestare Fedez, influentissimo. E una sconfitta della politica.