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Coronavirus, Paolo Liguori: "Chi non vuole la verità sulla Cina e sulla pandemia"

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"Scusate se insisto: davvero non interessa così tanto sapere da dove ha origine e che tipo di virus è questo Covid 19 che sta demolendo il nostro mondo e le nostre abitudini da quasi 18 mesi?". Inizia così l'articolo di Paolo Liguori sul Giornale. Il giornalista e direttore di Tgcom si chiede cosa sappiamo veramente del virus "partendo dall'ultimo importante documento, sottoscritto da 85 scienziati del Mit in una lettera alla rivista Science". Finora infatti nessuno poteva ipotizzare che il virus fosse uscito da un laboratorio di Wuhan, dove si facevano esperimenti sui pipistrelli "ma oggi non è più possibile perché non è stato portato alcun elemento scientifico a sostegno della tesi del passaggio diretto da animale all'uomo. Su questa stessa ipotesi si sono attestati alcuni scienziati australiani, che hanno aggiunto un altro elemento: anche la Sars, alcuni anni fa, nacque e si sviluppò allo stesso modo, partendo dai laboratori di Wuhan".

 

 

E le loro tesi, continua Liguori, "seguono di un anno quelle del professore francese Luc Montaigner, che quei laboratori conosce molte bene, per averci lavorato fin dall'inizio", "Ho ricevuto informazioni attendibili e dettagliate sul virus uscito dal laboratorio il 24 gennaio del 2020 e ho cominciato - come mio dovere - a diffonderle fin dal giorno dopo. Esiste un video, più volte replicato, nel quale affermo soprattutto che in Cina era già noto l'allarme almeno da dicembre e, mentre approntavano le loro difese, proibivano a chiunque di diffondere notizie, fino alla morte, alla fine di dicembre, di uno scienziato contagiato nei laboratori".

 

 

Queste notizie ormai accertate sono state "sottovalutate sistematicamente dall'informazione, perché richiamerebbero una responsabilità precisa dell'Oms, in particolare del suo capo, l'etiope Tedros, totalmente asservito agli interessi della Repubblica cinese. Quali interessi? Economici per miliardi, prima di tutto, ma anche geopolitici. Per quelli economici, basta guardare i dati dell'ultimo anno e le previsioni, ma ancora più importante è lo sviluppo geopolitico. Forte dei primi vaccini e di un monopolio sul virus, la Cina ha proposto nuovi accordi di scambio a tutti i Paesi dell'Oriente e poi si è rivolta all'Africa e al Sud America".

Quindi Liguori dice di essersi "dedicato con ancora più attenzione a rintracciare e confrontare tutte le fonti che si occupavano dell'origine della pandemia, per verificare l'autenticità e la profondità delle notizie. Sono partito dalle mie - che, come ho detto, sono fonti di intelligence - e ho scoperto che a Taiwan sapevano per primi degli esperimenti a Wuhan e li giudicavano Bio Weapon (armi biologiche), e così i servizi di intelligence Usa, britannici, francesi, australiani ed israeliani. Forse, anche i tedeschi, però questi organismi di proposito non scambiavano le notizie tra loro".

 

 

Poi, quale mese fa, conclude il giornalista, "mi sono imbattuto nel professor Joseph Tritto e nel suo libro Cina Covid-19. La chimera che ha cambiato il mondo, dove chimera significa manipolato in laboratorio. Poi, è stato pubblicato L'Infinito errore, di Fabrizio Gatti, un giornalista che dopo mesi di minuziose ricerche ha spiegato che gli esperimenti sui virus in Cina ci sono da almeno 5 anni e sono militari, sotto il controllo diretto del partito comunista. L'ultima interessantissima pubblicazione è di Francesco Zambon, Il Pesce Piccolo, e spiega benissimo il triste inganno dell'Organizzazione mondiale della Sanità, dalla quale è stato cacciato per aver pubblicato un rapporto integrale che doveva restare segreto".  Insomma, ora molti "stanno facendo marcia indietro e si aprono al dubbio, dalla professoressa Capua a Burioni. Bene, benissimo". 

 

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