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Massimo Galli catastrofista del Covid? "Mi perdoni, respingo questa definizione": la frase che lo fa scattare

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Massimo Galli è tornato a imperversare tra televisioni e giornali, dopo la pausa coincisa con la previsione catastrofica che - fortunatamente per l’Italia - non si è realizzata. Intervistato dal Corriere della Sera, il direttore di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano ha manifestato il suo “compiaciuto stupore” per il fatto che la situazione epidemiologica dell’Italia sia in netto miglioramento e abbondantemente sotto controllo, nonostante le riaperture dello scorso 26 aprile che erano state definite un “rischio calcolato male”. E invece Mario Draghi e il suo governo ci avevano visto lungo. 

 

 

“Con le riaperture c’era un 10% di probabilità che le cose seguissero questa via, ma alla fine è andata bene e ne sono davvero felice”, ha dichiarato Galli, che poi ha voluto fare una precisazione quanto l’intervistatore gli ha fatto notare che viene considerato un catastrofista: “Mi perdoni, ma respingo questa definizione. Direi che per motivi molto politici e poco nobili questa etichetta è stata appiccicata addosso a me e ad altri miei colleghi dai giornali di destra. Ma tra l’essere ottimisti per piacere, in assenza di dati, e raccontare come stanno davvero i numeri passando per catastrofista c’è differenza”. 

 

 

“In una certa fase - ha aggiunto Galli - i dati non ci spingevano all’ottimismo e c’era la necessità di mantenere ben chiaro che non si poteva abbassare la guardia, soprattutto dopo il precedente dello scorso anno, quando eravamo in pochi a dire che il virus sarebbe tornato a farci visita, come puntualmente è successo”. La differenza stavolta è marcata dai vaccini: “La campagna ha comportato una svolta, i vaccini stanno facendo da scudo per morti e ricoveri, hanno spostato gli equilibri più velocemente di quanto mi aspettassi”, ha dichiarato Galli. 

 

 

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