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Matteo Bassetti contro Roberto Speranza sulla "comunicazione errata" per AstraZeneca: "Italiani inferociti, troppi errori"

Gli ennesimi dietrofront su AstraZeneca irritano Matteo Bassetti. Il direttore della clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova non ha preso bene la frenata sull'uso del siero contro il coronavirus ai giovani. "Sul vaccino AstraZeneca e in generali sui vaccini a vettore virale serve una posizione chiara e definitiva di Aifa e del Cts - sbotta su Facebook Bassetti -. Si decida da domani se il vaccino AstraZeneca non si deve più usare e ci si attrezzi per fare solo vaccini a mRna. Non serve limitarlo ad alcune età, a questo punto andrebbe stoppato in tutte le età chiedendo scusa agli italiani per la comunicazione errata e antiscientifica su questo vaccino. Si punti quindi unicamente sui vaccini di Pfizer, Moderna e poi su CureVac. Ma deve essere una scelta politica".

 

 

L'esperto si mette nei panni dei singoli cittadini e nota che "l'opinione pubblica è inferocita sul vaccino AstraZeneca, le istituzioni non possono lasciare da soli i medici e le Regioni a difenderli". Snocciolando le prove, l'infettivologo difende la somministrazione del vaccino anglo-svedese ricordando che "i dati scientifici inglesi ed Ema ci dicono che il vaccino di AstraZeneca si può usare in tutte le età. Basta con il balletto delle comunicazioni e delle raccomandazioni che hanno cambiato le fasce d'età per questo vaccino, con errori enormi di comunicazione sia dell'Agenzia del farmaco che del ministero della Salute".

 

 

La replica, seppure non diretta, del ministro Roberto Speranza non si è fatta attendere. E in queste ore ha ammesso che "c'è una discussione in corso nel Cts. L’Ema ha raccomandato che l’uso di Astrazeneca durante le campagna di vaccinazione a livello nazionale tenesse conto della situazione pandemica e della disponibilità dei vaccini nelle singole nazioni. Il 7 aprile 2021 il ministero della Salute, mediante una circolare oggi vigente, ha raccomandato un uso preferenziale di questo vaccino nelle persone di età superiore a 60 anni sulla base delle attuali evidenze e tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte dell’elevata mortalità di Covid-19 nelle fasce di età più avanzate". Anche l'Aifa ha ribadito che il profilo beneficio-rischio risulta progressivamente più favorevole all’aumentare dell’età. Motivo questo per cui le sorprese potrebbero non essere finite e dopo il via libera alle somministrazioni per giovani volontari, potremo assistere all'ennesimo stop.