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Antonio Pennacchi, morte improvvisa a 71 anni: le ultime toccanti parole dello scrittore fasciocomunista

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Antonio Pennacchi si è spento a 71 anni nella sua casa a Latina. Non si conoscono ancora le cause della morte, ma intanto anche la casa editrice Mondadori ha confermato la notizia. Vincitore del premio Strega 2010 con Canale Mussolini, era conosciuto come lo scrittore “fasciocomunista” per il romanzo autobiografico scritto nel 2003 e intitolato appunto “Il fasciocomunista: vita scriteriata di Accio Benassi”, da cui nel 2007 è stato tratto il film “Mio fratello è figlio unico”.

Nato a Latina nel 1950, Pennacchi era stato operaio all’Alcatel Cavi. Prima della carriera letteraria, si era dedicato parecchio alla politica: inizialmente nelle file del Msi, successivamente in quelle del partito marxista-leninista italiano. Tra gli anni settanta e ottanta aveva aderito al Psi e ai sindacati: prima la Cgil e poi la Uil. Negli anni novanta ha iniziato la sua carriera nel mondo della scrittura, dopo essersi laureato in lettere e filosofia approfittando del tempo sospeso della cassa integrazione. "Io non scrivo per la voglia di scrivere che anzi non ne ho per niente, ma perché devo raccontare delle storie", diceva poche settimane fa a una giornalista de La Stampa che lo doveva intervistare.

“Apprendo con grande tristezza dell’improvvisa scomparsa dello scrittore Antonio Pennacchi - ha dichiarato il sindaco di Latina, Damiano Coletta - una enorme perdita non solo per la città di Latina ma per tutto il Paese. I suoi racconti hanno reso il nostro territorio un luogo letterario, dalla Fondazione ai giorni nostri. È una vera e propria icona di Latina”.

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