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L'aria che tira, Paolo Brosio e il delirante complotto sul Covid: "Ordine del ministero, vietate le autopsie"

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Tra i No Green pass c'è anche Paolo Brosio. Ospite di Myrta Merlino L'Aria Che Tira su La7, il giornalista ripercorre la sua carriera passata per i tg e oggi interamente dedicata alla religione. Qui, nella puntata di giovedì 4 novembre, Brosio conferma la sua totale contrarietà alla certificazione verde: "La visione idilliaca di questo momento dal punto di vista istituzionale ha sospeso la Costituzione".

 

 

Il giornalista, spesso opinionista di Barbara d'Urso, descrive il governo Draghi così come il governo Conte "un esecutivo che va avanti a suon di decreti legge e Dpcm". Per Brosio non c'è "un dibattito politico". E a chi come la conduttrice gli ricorda che "siamo in mezzo a una bella pandemia", Brosio replica: "Sicuramente, ma a parte i primi mesi, ci sono dei dubbi sull'operato del ministero della Sanità in quel periodo. Non sono tutte rose e fiori". Tornando a febbraio 2020, periodo in cui tutto iniziò, il giornalista prosegue: "Abbiamo avuto decine di migliaia di morti che venivano chiusi in casa e si consigliava di prendere il paracetamolo". Salvo poi fare la retromarcia. Ma non è tutto, perché secondo Brosio "c'era un ordine del ministero che impediva di fare le autopsie".

 

 

Prima del capitolo "Covid", il giornalista si è lasciato andare a una battuta passata in sordina. "Non so tra la pandemia ed Emilio Fede cosa sia peggio", ha esordito tornando ai tempi in cui era inviato del Tg4 di cui Fede era direttore. Tra i due sono noti i numerosissimi siparietti, ma anche la severità con cui il direttore bacchettava in diretta l'inviato. Da qui, con ogni probabilità, la battuta di Brosio. 

 

 

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